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Elezioni amministrative, importante appuntamento con la democrazia, in un momento particolarmente delicato per il futuro della famiglia e della scuola

Carissimi Soci AGeSC,
il 31 maggio prossimo si vota per rinnovare Comuni, Province e Regioni. Per Statuto la nostra Associazione è apartitica e dunque non allineata ad alcuna formazione. Le elezioni sono però un momento determinante per esprimere un orientamento sia come cittadini che come genitori. Chiedo a tutti i soci di non trascurare questo importante appuntamento con la democrazia, in un momento particolarmente delicato per il futuro della famiglia e della scuola, e quindi dell’educazione delle giovani generazioni, per la quale abbiamo una precisa vocazione e puntuali obiettivi e finalità da perseguire. Sono inoltre a proporVi di esercitare il diritto/dovere di voto tenendo conto dei principi che, come genitori cattolici, intendiamo difendere nel momento in cui andremo ad eleggere i nostri rappresentanti nelle varie istituzioni. La Costituzione Italiana sancisce il ‘diritto dello studente ad un trattamento equipollente indipendentemente dalla scuola che frequenta’ mentre la Legge 62/2000 ha conclamato l’appartenenza delle scuole a gestione non statale al sistema integrato pubblico di istruzione. Nonostante questo, in Italia la scuola paritaria non è ancora ‘pubblica’, diversamente da quanto accade in Europa, e quanto chiediamo da tempo in materia di libertà e di autonomia educativa non è ancora realtà. Purtroppo nel nostro Paese soltanto chi ha un livello di reddito medio-alto, oppure chi decide di occuparsi in maniera approfondita e responsabile dell’educazione dei propri figli a scapito di altre esigenze più voluttuarie, può permettersi una libera scelta educativa. Se è vero, come è vero, che è proprio la scuola, in ogni parte del mondo, a legittimare i processi di civiltà di un Paese, noi siamo ancora molto indietro. L’A.Ge.S.C. ha dimostrato, dati alla mano forniti dal Ministero dell’Economia e Finanze, che la scelta della Scuola paritaria da parte delle famiglie italiane fa risparmiare allo Stato oltre 6 miliardi di euro ogni anno. A fronte di questo risparmio le scuole paritarie ricevono un misero finanziamento di 501 milioni di euro, inferiore all’1% della spesa sostenuta dal MIUR per l’istruzione.
Per puntualizzare ancora meglio questo concetto è necessario riflettere su quanto lo Stato spende per ogni allievo della scuola secondaria superiore: 6.888 euro nella scuola statale, 44 euro in quella paritaria! Dati che si commentano da soli. E nonostante questo permane il pregiudizio nei confronti della scuola paritaria, che la vorrebbe ‘agevolata’ grazie ad una modesta detrazione fiscale concessa alle famiglie nella nuova legge. L’incremento dei finanziamenti dello Stato sarebbe più che giustificato dai dati esposti e andrebbe a garantire il pluralismo scolastico, a tutto vantaggio sia del sistema di istruzione che della formazione professionale. Va inoltre sottolineato che, pagando le tasse, le famiglie avrebbero diritto all’istruzione scolastica gratuita almeno per la scuola dell’obbligo. Cosa che non avviene nel momento in cui la famiglia decide di usufruire dei diritti alla libertà di scelta educativa e di autonomia pure sanciti dalla Costituzione e dalla Legge 62/2000. Per nonparlare dei tributi di cui sono gravati gli istituti paritari, contrariamente alle scuole statali, gravame che pesa inevitabilmente sulle rette

La scorsa settimana il Parlamento ha approvato il Decreto sulla ‘buona scuola’.
L’A.Ge.S.C. ha manifestato in tutte le sedi l’apprezzamento per il dialogo/confronto aperto
dal Governo a tutti i soggetti sociali, genitori in particolare, che rappresentano la
maggioranza della società civile costituita dalle famiglie. Sono stati approvati: l’allargamento
delle detrazioni fiscali per le scuole secondarie di 2° grado; l’apertura del portale del
Ministero agli studenti delle paritarie; i percorsi di Istruzione e Formazione professionale dei
Centri accreditati; l’allargamento a tutte le scuole dell’infanzia del sistema integrato da 0 a 6
anni; la diminuzione del centralismo dello Stato in materia di gestione scolastica.
A.Ge.S.C. sostiene che ‘si può e si dovrà fare di più per innalzare il tetto delle spese
detraibili, perché la cifra non sia simbolica ma diventi un aiuto concreto soprattutto
per dare effettiva libertà di scelta alle famiglie meno abbienti e con più figli e adeguato
sostegno agli alunni disabili nelle paritarie’ . La nostra Associazione sottolinea come un
sistema scolastico autenticamente europeo non possa più prescindere dalla valutazione
della scuola in generale e dei docenti in particolare, proponendo anche di realizzare
una ‘sperimentazione dell’autonomia’ per le scuole sia statali che paritarie che
promuovano progetti innovativi.
Attualmente le Regioni si comportano in maniera diversa rispetto a queste problematiche,
soprattutto per quanto riguarda il cosiddetto ‘buono scuola’ , che anche là dove viene
erogato è purtroppo soggetto a ritardi ed alla presenza di valori indicatori ISEE che
consentono l’accesso ad un numero esiguo di famiglie. Anche sul fronte della formazione
professionale
A.Ge.S.C. ritiene che le Regioni dovrebbero fare molto di più per un
comparto in grande espansione, sia per la formazione di figure professionali indispensabili
alla società (meccanici, idraulici, panificatori, cuochi, parrucchieri, operatori socio sanitari e
turistici, ecc.) sia per la potenzialità di assorbimento di ragazzi immigrati, trasmettendo
nozioni di civiltà, educazione e preparazione al lavoro.
La scuola è ora anche particolarmente coinvolta nell’educazione alla parità di genere che,
come affermato dal cardinale Bagnasco nel corso dell’ultima Assemblea Generale della Cei,
“nasconde oggi il progetto di introdurre nelle scuole una teoria, (cosiddetta del gender), per
la quale maschi e femmine non sarebbero determinati dal sesso, bensì dalla cultura’.
A.Ge.S.C. è invece orientata all’educazione contro ogni tipo di discriminazione, soprattutto
delle donne, superando anche ogni forma di bullismo ed omofobia, come citato da
Bagnasco. Nessuna ‘colonizzazione ideologica’ – così definita da Papa Francesco nel
viaggio di ritorno dalle Filippine – può essere accettata dai genitori cattolici e questo vale
anche per la famiglia, che consideriamo tale quando è fondata su principi di responsabilità
puntuale dei coniugi sia nella coppia che verso i figli e la loro educazione.
Ho approfittato della Vostra disponibilità con questo lungo messaggio,
con l’intenzione di rivolgere a Voi tutti un appello affinché teniate conto delle linee guida dell’Associazione di cui tutti noi facciamo parte al momento dell’esercizio di voto, e
dunque di affidamento della rappresentanza dei nostri valori nelle sedi in cui si decide
il futuro del nostro Paese e perciò dei nostri figli.