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Quando l'indifferenza fa la differenza

Una delle frasi più celebri di Don Primo Mazzolari recita così:” Come si fa ad essere cattivi? Basta girare la faccia dall’altra parte”. Il Sacerdote in odore di beatificazione si riferiva già 40 anni orsono a chi faceva finta di non vedere le enormi masse di poveri presenti sulla faccia della terra per non compromettersi e impegnarsi per cambiare qualcosa.
Pensando ai tre progetti di legge (Cirinnà, Scalfarotto, Fedeli) giacenti simultaneamente in Parlamento, che hanno l’obiettivo dichiarato di eliminare almeno nella legislazione la realtà dell’istituto familiare così come “il mondo” lo ha sempre conosciuto, non si può non provare ad immaginare a quanti stia veramente a cuore e a chi serva questo sconvolgimento culturale epocale.
Qualcuno lo ha detto: “A pochissimi; ma molto ricchi e localizzabili in forti lobby. Smantellata l’identità più profonda e unica della famiglia non ci sarà più alcun baluardo verso la prevalenza assoluta del potere dell’adulto ai danni del diritto del più fragile, il minore.”
Afferma il prof. Vari a proposito della Raccomandazione del Parlamento Europeo emanata la settimana scorsa: ”Accanto ad elementi positivi , come ad esempio la lotta alla violenza contro le donne, il bullismo e la tratta umana, il documento, al quale gli Stati membri non hanno l’obbligo di adeguarsi, contiene proposte molto gravi. Penso al punto in cui si afferma che il concetto di famiglia si evolve, oppure alla promozione dell’aborto. Esso inoltre è incentrato interamente sul concetto di genere, che manca di qualsiasi supporto scientifico ed è soltanto frutto dell’ ideologia.”
Cosa può fare quindi oggi il cittadino per incidere in questo contesto così confuso e pericoloso? “Non girare la faccia dall’altra parte” direbbe don Primo. Ecco allora un buon motivo, care famiglie dell’A.Ge.S.C., per andare sabato 20 giugno a Roma in Piazza San Giovanni alla manifestazione nazionale: per vincere questa indifferenza che alberga anche in tanti credenti (pure quando è ora di andare alle votazioni) e che permette a una minoranza che controlla i mezzi di comunicazione sociale di imporre a tutta la società un modello di famiglia che non corrisponde al bisogno dell’uomo, soprattutto dei piccoli.
Contro l’indifferenza dei più subito dopo la manifestazione sarà ancora più opportuno attrezzarci per continuare nel lungo periodo quell’opera di formazione umana e cristiana che ci consenta in ogni ambito di “dare ragione della speranza che è in noi.”