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I giovani, una sfida per la Chiesa

Domani il via al Sinodo. Per la prima volta con due vescovi cinesi

Il Sinodo dei vescovi sui giovani vedrà la partecipazione anche di «due vescovi della Cina continentale ». Lo ha confermato ufficialmente il segretario generale del Sinodo, il cardinale Lorenzo Baldisseri nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’assise che si è tenuta ieri. «Anche nel passato la Santa Sede ha invitato vescovi della Cina continentale ma mai erano potuti venire », ha aggiunto il porporato, precisando che i presuli «sono invitati dal Papa». I nomi dei due ecclesiastici li ha fatti il “portavoce” vaticano Greg Burke, confermando quanto anticipato da fonti cinesi nei giorni scorsi. Si tratta di Giovanni Battista Yang Xiaoting, 54 anni, vescovo di Yan’an/Yulin, consacrato con approvazione vaticana e riconoscimento del governo nel 2010, e di Giuseppe Guo Jincai, 50 anni, consacrato illecitamente nel 2010 e legittimato da Papa Francesco contestualmente alla firma dell’Accordo provvisorio tra Roma e Pechino sulla nomina dei vescovi del 22 settembre. Yang Xiaoting, che a marzo era già venuto nell’Urbe per un Convegno alla Gregoriana, è anche rettore del Seminario Nazionale di Pechino e vicepresidente della Conferenza episcopale non riconosciuta dalla Santa Sede, mentre Guo Jincai ne è il segretario generale. Nel corso della conferenza stampa il cardinale Baldisseri ha ribadito che «il tema dei giovani è certamente oggi una sfida, come del resto lo fu quello della famiglia». E ha spiegato che al Sinodo che si apre domani parteciperanno 266 Padri, tra cardinali, vescovi, patriarchi, religiosi. Ci saranno anche 23 esperti e, tra i 49 uditori, 34 giovani tra i 18 e i 29 anni. Questi ultimi, è stato precisato, potranno assistere ai lavori, intervenire - una volta - in Aula, e partecipare alle riunioni dei Circoli minori dove verranno elaborati gli emendamenti al documento finale. Non potranno votare perché tale diritto è riservato ai vescovi.

Sempre ieri è stato diffuso il testo del-l’Istruzione sulla celebrazione delle Assemblee Sinodali preparata in applicazione della recente Costituzione apostolica Episcopalis Communio. Il vescovo Fabio Fabene, sottosegretario della Segreteria generale, ha spiegato che tra le novità introdotte dalla nuova normativa c’è l’ampliamento della stessa Segreteria generale, dovuto al fatto che il Consiglio ordinario sarà d’ora in poi costituito da ventuno vescovi, di cui sedici eletti dall’Assemblea generale ordinaria. Accanto ad essi, ha spiegato, «ci sarà il capo del dicastero della Curia Romana competente per il tema dell’Assemblea sinodale, una volta che questo sarà stato stabilito dal Santo Padre, e altri quattro membri di nomina pontificia». L’I-struzione inoltre ribadisce il potere del Papa di «ratificare ed eventualmente promulgare il Documento finale quando, in casi determinati, abbia concesso al Sinodo potestà deliberativa ». Sottolinea che i partecipanti al Sinodo «sono legati al segreto pontificio per quanto riguarda i pareri e il voto dei singoli». E ricorda che documento finale «è approvato dai due terzi dei Padri sinodali presenti alla votazione». Alla conferenza stampa ha partecipato anche il cardinale Sergio da Rocha, arcivescovo di Brasilia, relatore generale del Sinodo, che ha osservato come sia importante «prendere consapevolezza dei punti di forza della presenza della Chiesa nel mondo giovanile, e delle sue debolezze, a partire dalla scarsa familiarità con la cultura digitale». L’arcivescovo di Brasilia ha spiegato che nei prossimi giorni e per tutta la prima settimana di lavoro i Padri sinodali affronteranno la prima parte dell’Instrumentum laboris, che è caratterizzata dal verbo “riconoscere”. «Ci metteremo di fronte alla realtà» ha precisato «con un atteggiamento aperto e accogliente». Spiegando che, tra l’altro, «sarà necessario che ci lasciamo interpellare dalle inquietudini dei giovani, anche quando mettono in questione le prassi della Chiesa o riguardano questioni complesse come l’affettività e la sessualità».

Rispondendo alle domande Baldisseri ha osservato che «gli scandali ci sono nella Chiesa», ma i giovani sono «aperti a capire la fragilità umana», così il Sinodo può essere «un’occasione per poter mostrare la Chiesa come tale», che non può essere identificata in «alcuni che hanno fallito e hanno creato scandalo». Senza citarlo per nome Baldisseri ha anche risposto alle critiche che l’arcivescovo di Filadelphia Charles Chaput ha rivolto all’Instrumentum laboris. «La persona in questione», ha replicato, è «un membro del Consiglio di Segreteria, era presente nel momento in cui è stato presentato il testo-base, se aveva qualche obiezione poteva mostrarla». Il servizio di diffusione delle notizie relative ai lavori del Sinodo sarà curato dal Dicastero per la comunicazione, presieduto dal prefetto, il laico Paolo Ruffini, che ogni giorno, insieme a padri Sinodali che si alterneranno di volta in volta, terrà un briefing di aggiornamento.

Avvenire del 2 ottobre 2018