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Le associazioni dei genitori europei: equità di accesso per tutti alla scuola

Convegno dell’EPA fino a domenica. Per l’Italia presenti quattro realtà Il saluto del presidente nazionale Agesc, Frare: garantire questo diritto

Milano. «Equità di accesso», ma anche «inclusione per l’educazione» per ogni bambino che va a scuola in Europa. È la sfida che l’Associazione europea dei genitori (Epa) intende lanciare da Milano in occasione dell’Assemblea generale e conferenza internazionale dell’organismo che si è aperto ieri. Un organismo che riunisce quaranta associazioni di genitori presenti in oltre venti Paesi europei. Ben quattro le associazioni italiane: quella dei genitori delle scuole cattoliche (Agesc), dei genitori delle scuole statali (Age), di quelli del Faes (Famiglia e scuola) istituti di ispirazione Opus Dei e quelli del Moige. A fare da padrone di casa è stato il presidente nazionale dell’Agesc, Giancarlo Frare, associazione fondatrice nel 1985 dell’Epa proprio a Milano. «Crediamo fermamente nei diritti di ogni bambino in Europa di avere un accesso equo all’istruzione – ha detto –. E ancora di più sui diritti dei genitori di scegliere la migliore offerta scolastica di istruzione disponibile nel loro paese e in Europa, senza vincoli o costi aggiuntivi». «L’obiettivo – spiega il vicepresidente dell’Epa e dell’Agesc, Claudio Masotti – è proprio quello di aprire un confronto sul tema dell’equità di accesso al sistema scolastico, che, appunto in Italia significa garantire alle famiglie la libertà di scelta in campo educativo senza aggravi economici». Ma non si tratta di un convegno “di rivendicazioni”, bensì «intendiamo ribadire quanto diverse ricerche internazionali sui sistemi educativi nazionali vanno sostenendo: un sistema scolastico davvero plurale – spiega Masotti – risulta migliore nei suoi risultati rispetto a un sistema con un solo gestore». Insomma guardare all’Europa per «riuscire a superare ostacoli e acredine ideologica che in Italia spesso impediscono di giungere a una reale parità scolastica con la completa libertà di scelta per le famiglie». Ieri pomeriggio si è entrati nel vivo del tema con un confronto a più voci proprio sull’equità di accesso e inclusione per l’educazione. «Un confronto tra posizioni differenti – spiega Masotti – perché soltanto così si possono superare alcuni pregiudizi». E dopo il confronto i delegati provenienti da tutta Europa si sono suddivisi in tre laboratori che hanno affrontato altrettante tematiche: partecipazione per combattere la discriminazione; coinvolgere i genitori per ridurre il divario di risultati; superare le sfide dell’educazione scientifica e matematica. Lo schema dei lavori si ripropone anche per questa seconda giornata di convegno internazionale.

Avvenire del 28 aprile 2018 - Enrico Lenzi