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Frare: è una grave emergenza, non può ricadere sulla famiglia

A fronte di un costo attorno a 25-30mila euro all’anno, lo studente riceve dal ministero circa 1.600 euro. «Il divario è evidente. E ricade sulla scuola paritaria e sui genitori. Ma questi ragazzi non sono depositari di un diritto indipendentemente da do

Intervista al Presidente Nazionale AGeSC

"L’impegno è preso. Soprattutto è chiara la nostra intenzione di mettere sotto i riflettori una situazione che rende difficile a un alunno disabile vedersi riconosciuto un proprio diritto: il sostegno scolastico». Giancarlo Frare, presidente nazionale dell’Associazione genitori scuole cattoliche ha le idee chiare e lo spirito combattivo giusto. «La campagna che abbiamo lanciato ai nostri associati e alle famiglie che hanno alunni nelle paritarie – spiega – non potrà certo risolvere il problema, ma è una mobilitazione che vuol dimostrare che non stiamo con le mani in mano».

Presidente ma quale è la situazione attuale nella scuola paritaria sul fronte della disabilità?

È una criticità forte. Bastano due cifre: 1.600 euro l’anno per alunno disabile da parte dello Stato a fronte di una spesa tra i 25/30mila euro. Non possiamo pensare di caricare tutta la spesa sulle spalle della famiglia, che già si fa carico della retta. E neppure la scuola riesce a far fronte, se non con grande fatica, a questa spesa. Il risultato è che diverse famiglie si vedono costrette a interrompere il percorso di studi nella paritaria, dove magari avevano trovato il luogo più adatto per loro figlio o la loro figlia.

Dunque una iniziativa che vuole essere un richiamo ai doveri dello Stato?

Il ministro dell’Istruzione Fioramonti ha detto di voler chiedere 3 miliardi di euro in più nel bilancio del suo ministero: uno per l’univerisità e gli altri due per la scuola. E nello stesso tempo ha indicato nel sostegno scolastico una delle priorità. La nostra speranza è che anche attraverso questa iniziativa il ministro pensi al sistema scolastico così come lo ha disegnato la legge 62/2000, quella della parità: un unico sistema scolastico con diversi gestori, tra cui anche lo Stato. Ecco spero che quando parla del problema del sostegno scolastico parli di 'tutta' la scuola italiana, paritaria inclusa.

Come pensate di individuare lo studente disabile da sostenere con quanto verrà raccolto?

Stiamo mobilitando tutte le scuole paritarie affinché ci segnalino dei casi, delle storie. Cercheremo di individuare quella più emblematica e significativa, fermo restando che speriamo arrivino risposte per tutte le migliaia di studenti disabili iscritti nella paritaria.

Perché avete scelto di abbinare a questa iniziativa alla sottoscrizione di un abbonamento on line ad Avvenire?

Da anni ormai abbiamo trovato in Avvenire un partner importante e attento al nostro cammino. In occasione della pubblicazione dei nostri spazi abbiamo sempre attivato abbonamenti cartacei, per raggiungere i nostri iscritti. Con l’abbonamento on line gratuito di sei mesi offriamo ai nostri associati la possibilità di leggere Avvenire tutti i giorni e di poter vedere la grande attenzione sulla scuola, sull’educazione e sulla famiglia che il quotidiano riserva. Riteniamo Avvenire un veicolo utile alla crescita dei nostri genitori su queste tematiche. Siamo convinti di questa collaborazione con il quotidiano dei cattolici e siamo convinti anche della bontà del prodotto.

Ma il vostro progetto non vuole solo essere una iniziativa 'interna', ma rivolta a tutti. Perché?

Perché stiamo parlando di un diritto della persona, di un ragazzo o di una ragazza disabile, che a scuola deve veder riconosciuto un sostegno e lo Stato non può disinteressarsi degli alunni disabili che scelgono legittimamente la scuola paritaria. Anche loro sono depositari dello stesso diritto di chi si iscrive in una scuola statale.

Tra sei mesi la legge sulla parità scolastica compirà 20 anni. Che bilancio si può tracciare?

In chiaro scuoro. Se con il suo varo ha tolto la scuola paritaria dall’angolo in cui era stata messa, dall’altra ha sempre dimostrato di avere nell’aspetto economico il proprio tallone d’Achille. Occorre potenziare la libertà di scelta dei genitori in campo educativo e la libertà di insegnamento, costituzionalmente sanciti.