Seguici sui nostri social
Login

Il “padre” della legge: distinguere tra istituti, una fobia solo italiana

Secondo l’ex ministro siamo di fronte a un «errore tecnico» del ministero dell’Istruzione nella stesura dei bandi

La “sua” legge sulla parità scolastica, la 62 del 10 marzo 2000, è da pochi giorni diventata maggiorenne, ma l’ex-ministro del-l’Istruzione, Luigi Berlinguer, già parlamentare europeo, non ha alcuna voglia di festeggiare. Da troppi anni, ormai, attende che sia compiutamente attuata la norma che porta il suo nome e che ha riconosciuto il “servizio pubblico” svolto dalle scuole paritarie nell’unico sistema nazionale di istruzione. Così, la piega che sta prendendo la vicenda dei fondi Pon gli ha definitivamente rovinato l’umore.

Professore, perché siamo arrivati a questa situazione?

Sull’assegnazione dei fondi Pon siamo di fronte a un errore tecnico del ministero. Nella cultura dei bandi Pon non c’è assolutamente la divisione tra scuola statale e scuola paritaria».

Sta dicendo che è un “vizio” solo italiano?

Non è un vizio è una vera e propria fobia. Soltanto in Italia c’è questa distinzione tra scuola statale e non statale.

Come è strutturato il sistema di istruzione negli altri Paesi europei?

Faccio soltanto due esempi: in Olanda appena il 30% delle scuole è statale, mentre in Svezia le scuole statali non esistono neppure. Lassù le scuole sono dei Comuni non dello Stato.

È per questa ragione che i bandi Pon non operano la distinzione statale-paritaria?

Ripeto: questa separazione nella cultura e nell’azione politica che stanzia i fondi Pon non c’è. Soltanto il ministero italiano, sbagliando, ha fatto introdurre la distinzione tra scuola statale e non statale, che nelle intenzioni del legislatore europeo non ha ragione di esistere.

Avvenire del 13 marzo 2018