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Paritarie, la fantasia oltre lo stop

Dal Faes alle Marcelline, dal San Carlo al Gonzaga: tecnologia e inventiva per le lezioni a distanza Molto importante il coinvolgimento dei genitori e degli psicologi per aiutare soprattutto i più piccoli

Tecnologia, volontà, pazienza e tanta inventiva. È il cocktail che le scuole paritarie hanno preparato per superare la chiusura imposta dall’epidemia di Covid 19. Gli insegnanti delle scuole Faes hanno approntato delle linee guida così da garantire la continuità dell’insegnamento anche a distanza e per tenere vivi i legami sociali e dare regole di comportamento con l’importante supporto, soprattutto per i più piccoli, di mamma e papà. I docenti sono impegnati non solo nell’insegnamento ma, se necessario, anche con aiuti pratici: tra questi, per esempio, pc o «spiegare ai ragazzi perché vengono loro chieste certe rinunce come limitare le uscite» spiega Sam Guinea, responsabile del progetto Coding. «Le difficoltà maggiori – aggiunge – interessano i bambini della scuola primaria e i ragazzi della secondaria di primo grado che non sono autonomi nell’uso degli strumenti tecnologici nonostante l’insegnamento parta dalla seconda elementare». Le lezioni a distanza per loro si svolgono attraverso video di 10-15 minuti, il cui contenuto viene poi discusso sempre online a piccoli gruppi. E per le elementari le interrogazioni si tengono con connessioni di 3-4 bambini con brevi schede di lettura. «Noi scuole paritarie cattoliche ci impegniamo ovviamente a garantire la sicurezza di tutti gli studenti», dice la preside dell’istituto delle Marcelline suor Miranda Moltedo. La religiosa spiega che per i più grandi le docenti registrano brevi videolezioni che inviano ai rappresentanti di classe via WhatsApp perché le mandino a tutti i ge- nitori. Per i ragazzi delle medie e del liceo invece lezioni in diretta non più di 50 minuti come avveniva in classe a causa della difficoltà di stare davanti allo schermo ma comunque intense. «Gli insegnanti sono soddisfatti nonostante alcuni problemi » dice suor Miranda. E per i più piccoli è stato chiesto anche l’aiuto

della psicologa della scuola. Organizzazione simile e identiche difficoltà anche al Collegio San Carlo i cui insegnanti accorciano le distanze tra famiglie e studenti anche con telefonate. «Io ho scritto una storia per i bambini più piccoli così da fornire in prima persona un supporto religioso e di presenza con le famiglie mentre gli insegnanti con a capo il professore di religione hanno preparato per i ragazzi un questionario per capire come vivono, come reagiscono e cosa vedono in questo periodo di isolamento» ha spiegato il rettore dell’istituto don Alberto Torriani. Inoltre in questo periodo al Collegio sono presenti tre scrittori che hanno formato una minibiblioteca per accompagnare gli alunni verso la fine dell’anno scolastico.

Già da una settimana gli alunni dell’Istituto Gonzaga maneggiano post elettronici o video a cui si accompagnano esercitazioni. Per i liceali è stata studiata anche una piattaforma web. «Cerchiamo di modificare il meno possibile i tempi di lezione ma i problemi di connessione e di distanza ci costringono ad essere inventivi» commenta il preside Roberto Zappalà. Alcune lezioni si svolgono per 30 minuti circa in connessione poi viene dato il tempo agli alunni di lavorare sul materiale e alla fine domande e chiarimenti davanti allo schermo. Ma per chi deve recuperare qualche brutto voto? «Facciamo interrogazioni via video o chiediamo di svolgere lavori integrativi. Anche se non sappiamo cosa succede dietro lo schermo e se agli studenti arriva qualche 'aiutino'. Dovremo risolvere la questione al rientro» rispondono dal San Carlo e Gonzaga .

Avvenire del 12 marzo 2020 - Monica Lucioni