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Paritarie: Pd e Iv, pressing sul governo

Dei 1,5 miliardi previsti per la sanificazione, appena 80 milioni sono per le non statali, ma solo nella fascia 0-6

Bonetti: fondi per le altre fasce d’età. Lepri: «O si interviene o ci penserà il Parlamento»

O il governo interviene modificando il decreto “Rilancio”, oppure «sarà il Parlamento a lavorare per venire incontro alle giuste attese delle scuole paritarie e delle famiglie che le scelgono». Suona come un ultimatum vero e proprio all’esecutivo, il monito di Stefano Lepri, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera. E dal Nazareno sono diverse le voci che si levano a tutela dei diritti delle 13mila scuole non statali, dei loro 866mila alunni dei 100mila lavoratori, completamente esclusi dalla distribuzione delle risorse per far ripartire le scuole. Del miliardo e mezzo stanziato per la sicurezza di alunni, insegnanti e personale, soltanto le briciole (80 milioni) sono riservate alle scuole non statali. Ma si tratta esclusivamente dei servizi all’infanzia nella fascia 0-6 anni. Per tutti gli altri ordini scolastici non c’è niente. Una “dimen- ticanza” rilevata anche dalla ministra della Famiglia, Elena Bonetti (Italia Viva), che durante il pre-Consiglio dei ministri di ieri, dedicato alla limatura dei testi, ha chiesto di estendere i finanziamenti a tutte le fasce d’età.

«Nel decreto Cura Italia il governo si era impegnato, attraverso un ordine del giorno, a reperire le risorse necessarie per questo settore. Ora pensiamo che quell’impegno vada rispettato indicando scelte che diano respiro alle scuole paritarie – scrivono, in una nota, Dario Stefano, vice presidente dei senatori del Pd e Vanna Iori, capogruppo Pd in commissione Istruzione a Palazzo Madama –. È evidente che durante l’iter parlamentare come Pd faremo la nostra parte, ma sarebbe un segnale importante che il testo che arriverà alle Camera contenesse già le indicazioni e le risorse necessarie», aggiungono i due parlamentari.

E di «discriminazione inaccettabile», parla il senatore Udc Antonio De Poli, ricordando che «il governo viola la legge sulla parità scolastica del 2000», mentre il deputato di Italia Viva, Michele Anzaldi, sottolinea «il silenzio della ministra Azzolina». Aggiungendo: «Se dice di volersi battere contro le classi pollaio, cosa accade se chiudono le paritarie? Avremmo classi alveare».

Anche per Valentina Aprea, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro, «non ci può essere rilancio ignorando » le scuole paritarie. «Le misure di sicurezza e protezione devono essere garantite in tutte le scuole del sistema pubblico – ricorda Aprea – e se lo Stato prevede contributi straordinari per le scuole statali gli stessi contributi devono essere previsti anche per le scuole paritarie. Certo – sottolinea la deputata – non si potrà chiedere alle famiglie di sostenere costi aggiuntivi per l’esercizio della libertà di scelta educativa in un momento di crisi economica. È l’ora di non fare più differenze tra figli e figliastri con riferimento all’istruzione pubblica», conclude Aprea.

Di «disattenzione gravissima che lede il diritto all’istruzione di molti studenti e che rischia di condannare alla chiusura tanti istituti», parla il deputato di Cambiamo! Alessandro Sorte, sottolineando che «il diritto allo studio non è un privilegio».

Avvenire del 13 maggio 2020 - Paolo Ferrario