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«Paritarie, tema sottovalutato. In gioco l’infanzia»

L’europarlamentare democratica Pina Picierno: troppi pregiudizi, i servizi 0–6 anni possono scomparire

Siamo «davanti a una sottovalutazione del problema» e anche a «un atteggiamento pregiudiziale », che «porterà, se non si farà qualcosa, al collasso del sistema scolastico ». Parole chiare (e forti) quelle che l’europarlamentare Pina Picierno, del Partito Democratico, fa sentire sull’allarme lanciato dal sistema scolastico paritario che rischia di chiudere.

Sono molti gli appelli a intervenire per evitare il crollo della scuola paritaria, che è parte integrante dell’unico sistema scolastico nazionale. Eppure il mondo politico appare impassibile?

È vero, condivido questa sensazione di trovarci davanti a una sottovalutazione della reale situazione e del pericolo che sta correndo un segmento importante come quello da 0 a 6 anni. Non intervenire significherebbe far scomparire i servizi per l’infanzia, che le materne paritarie tengono in piedi. Alcune zone del Paese perderebbero questi servizi offerti solo dalle paritarie in assenza di una offerta statale.

E per la scuola dell’obbligo e delle superiori, anch’esse in difficoltà?

Anche in questo caso si mette a rischio un pezzo del sistema scolastico, la cui chiusura rappresenterebbe un danno gravissimo per la scuola statale, dove si riverserebbero questi nuovi studenti. E proprio nel momento in cui si parla di distanziamento ed eliminazione dell’affollamento delle classi. Un disastro.

Dunque come rispondere in concreto all’allarme?

Nelle ultime plenarie del Parlamento Europeo davanti a questa emergenza si è deciso di usare 38 miliardi di euro non utilizzati all’interno dei fondi Ue, proprio per essere spese a sostegno di iniziative dei singoli Paesi. Penso che l’Italia potrebbe prenderne parte proprio per aiutare il sistema paritario. Ma ci sono anche strumentii come la detraibilità del 50% delle rette pagate in questo tempo di emergenza per sollevare le famiglie, che altrimenti non solo non potranno pagare, ma non iscriveranno più i loro figli alle paritarie già dal prossimo anno scolastico.

Eppure i pregiudizi, nonostante la legge sulla parità scolastica abbia compiuto 20 anni, sembrano ancora essere un freno.

Registro anch’io un atteggiamento gravemente pregiudiziale verso la scuola paritaria. Non c’è ancora da parte di qualcuno del pieno riconoscimento del ruolo e dell’importanza del sistema scolastico nato con la legge sulla parità. Credo che tra le cose che dovranno cambiare dopo quest’emergenza vi sia anche questo atteggiamento.

Ma come aiutare a superarlo?

Credo che sia necessario porre al centro dell’interesse nazionale, del governo e del Parlamento il tema educativo, il futuro della scuola. Solo facendo così si può arrivare al riconoscimento della pari dignità tra le diverse offerte formative, come avviene tra l’altro in tutti gli altri Paesi europei, esclusa la Grecia. Se la scuola e il tema dell’educazione diventano davvero centrali nell’azione di governo allora tanti pregiudizi cadranno da soli perché si comprenderà l’importanza dell’intero sistema scolastico.

Da parte sua quali passi intende compiere?

Come detto sono parlamentare europeo e quello è il mio specifico campo. Però posso suggerire, offrire proposte concrete, come quelle che ho illustrato prima. Personalmente ho cercato di sensibilizzare il mio partito. il Pd, sul tema e devo dire che ho trovato grande attenzione. Spero che nell’esame del decreto aprile si possa davvero invertire la rotta e aiutare la scuola paritaria.

Avvenire del 26 aprile 2020 - Enrico Lenzi