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Precari, dirigenti e paritarie “dimenticate”: tanti i dossier aperti

Stabilizzazione dei precari, risorse per le scuole e nuove forme di reclutamento dei docenti. Sono numerosi e importanti i dossier aperti al Ministero dell’Istruzione e in Parlamento, dove è in discussione il decreto “salva precari”, su cui ieri i sindacati sono intervenuti in audizione alla Camera. «Il decreto – si legge nella memoria presentata dalla Cisl scuola – affronta solo alcune delle numerose emergenze riguardanti il settore dell’istruzione, università e ricerca; auspicando che, per l’urgenza dei temi affrontati, la sua conversione possa avvenire in tempi brevi e che il testo veda accolte integrazioni e modifiche a nostro avviso necessarie per colmarne evidenti lacune e rendere realmente efficaci le misure in esso contenute». Sulla partita del reclutamento degli insegnanti, la Cisl chiede l’attivazione di un «sistema a “doppio canale”, ove accanto a procedure concorsuali ordinarie di cui garantire la regolare periodicità, operi un canale di selezione per titoli che riconosca e valorizzi l’esperienza professionale acquisita, offrendo opportunità di stabilizzazione sulla base di regole e strumenti normativi specifici. Un sistema equilibrato, utile anche a prevenire il riproporsi di un contenzioso che spesso ha visto l’Amministrazione soccombente per violazione di direttive comunitarie volte a contrastare l’abuso di lavoro precario».

Tra i nodi rimasti irrisolti, anche quello dei diplomati magistrali ante 2001-2002, di cui non c’è traccia nel decreto. Nonostante un accordo siglato lo scorso 1° ottobre tra i sindacati e il Miur, prevedesse la proroga di tutti i contratti fino al 30 giugno 2020, per garantire la continuità didattica.

Altro tema sul tappeto, ricordato dalla Flc-Cgil, è quello del concorso straordinario per i Dsga, i Direttori dei servizi

generali e amministrativi delle scuole. Secondo il sindacato, «l’omissione più grave di questo decreto» è proprio «l’assenza del concorso straordinario riservato al personale assistente amministrativo che ha ricoperto l’incarico di Dsga della scuola per almeno tre anni. Aver escluso dal concorso riservato i facenti funzione senza il titolo di studio previsto (laurea specifica) ma con esperienza pluriennale in quel-l’incarico, con inaccettabili motivazioni tecnocratiche, è fuori da ogni logica». Della «grave carenza» di personale di ruolo, ha parlato il presidente dell’associazione presidi Disal, Ezio Delfino. «Nulla vi è di più “stabile”, in Italia, dei “precari” della scuola – afferma Delfino, con amara ironia –. Una costante per tutte le stagioni che si autogenera a causa dell’assenza di una pianificata strategia di percorsi di formazione iniziale e reclutamento e che i recenti governi hanno cercato di eliminare, senza mai riuscirvi, anche assumendo annualmente circa 20-30 mila docenti».

Nel corso dell’audizione, Delfino ha inoltre auspicato che «la scrittura delle norme di legge sulla scuola recepisca l’esistenza della legge 62/2000 e che sia sempre orientata a tenere in considerazione il sistema nella sua articolazione di scuole statali e scuole paritarie ». Un’evidenza che, invece, viene spesso “dimenticata”. Anche la prima stesura del decreto “salva precari” prevedeva la stabilizzazione soltanto degli insegnanti delle statali. E solo le pressioni delle associazioni delle paritarie, hanno permesso di riequilibrare la situazione.

Avvenire del 12 novembre 2019