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Scuola, i genitori ai candidati: «Favorite un’effettiva parità»

Documento-appello di Age, Agesc, Ama, Faes e Moige. Le associazioni rilanciano il «costo standard di sostenibilità» sul quale anche il ministero ha attivato un gruppo di lavoro

Favorire la libertà di scelta educativa delle famiglie, incrementare la dote scuola, mettere più risorse sul sistema educativo dei più piccoli (0-6 anni), intervenire con nuovi fondi per l’edilizia scolastica, prevedere nuove doti per l’istruzione e la formazione professionale, continuare ad investire sugli Istituti tecnici superiori (Its) e sull’Istruzione e formazione tecnica superiore (Ifts), promuovere l’alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato. Sono le richieste ai candidati alla presidenza della Regione Lombardia, avanzate dalle associazioni dei genitori della scuola, sia statale che paritaria, Age, Agesc, Ama (Marcelline), Faes e Moige, che hanno firmato un appello unitario.

Al centro della piattaforma sottoscritta dai genitori, la libertà di scelta educativa che deve essere garantita a tutte le famiglie. Anche a quelle «meno abbienti», che, invece, oggi «non possono esercitare» questo diritto costituzionale, «scegliendo le scuole paritarie, in quanto non in grado di pagare le rette, in aggiunta alle tasse generali». Una doppia, intollerabile tassazione che, da quasi 18 anni, da quando cioè è stata promulgata la legge 62/2000 sulla parità scolastica, pesa sui spalle (e, soprattutto, sui bilanci) delle famiglie che scelgono la scuola non statale per i propri figli. Una sperequazione che la Regione può contribuire a colmare, «integrando e riqualificando, per quanto di sua competenza, quanto fa o farà lo Stato». Che, ricordano, in proposito, le associazioni dei genitori, «spende circa 8mila euro all’anno per ogni iscritto alla scuola pubblica statale e appena 600 euro annui per ogni alunno della scuola pubblica paritaria». Un divario che, ogni anno, garantisce all’Erario un risparmio di circa 6 miliardi di euro, a fronte dei 550 milioni di risorse pubbliche erogate alle paritarie per l’anno scolastico 2016-2017. «La risposta alle famiglie è il costo standard di sostenibilità», ribadiscono le associazioni dei genitori della scuola, che chiedono ai candidati al Pirellone di attivarsi per «una parità effettiva». Per approfondire la materia, la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha istituito per decreto un gruppo di lavoro «con compiti di analisi, studio e valutazione ». In sostanza, si legge nel documento di Age, Agesc, Ama, Faes e Moige, si tratta di individuare «la quota capitaria a disposizione dell’allievo, che la famiglia può assegnare alla scuola che desidera, statale o paritaria che sia». Una cifra uguale per tutti gli alunni, indipendentemente dalla ragione sociale del gestore della scuola, in grado di «riconoscere a tutti la possibilità di scegliere la scuola migliore per i propri figli, a parità di costi, sia per i genitori, sia per lo Stato».

Avvenire del 25 gennaio 2018