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Ci vuole un po’ di intelligenza artificiale per studiare meglio (e poi trovare lavoro)

Il domani del lavoro si chiama Intelligenza artificiale, una montagna altissima da scalare per l’Italia, che è venticinquesima sui 28 Paesi dell’Unione Europea a livello di competenze digitali.

Il domani del lavoro si chiama Intelligenza artificiale, una montagna altissima da scalare per l’Italia, che è venticinquesima sui 28 Paesi dell’Unione Europea a livello di competenze digitali. Obbligatorio, allora, è (ri)partire dalla scuola, formando nei giovani le competenze necessarie ad affrontare un futuro che, per certi aspetti, è già presente. Per 'esplorare le nuove frontiere digitali della didattica' si sono così ritrovati ieri a Matera, capitale europea della Cultura 2019, oltre 1.500 tra studenti, insegnanti, formatori e rappresentanti di imprese e istituzioni, per l’EduDay 2019, il principale evento creato da Microsoft, dedicato al mondo della scuola e dell’università e promosso in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e la Conferenza dei rettori italiani.

Al centro della giornata ci sono state anche le strategie più innovative, come le mappe concettuali e altri sistemi compensativi, per favorire attraverso le nuove tecnologie l’inclusione degli alunni con disturbi specifici dell’apprendimento, in particolare i ragazzi dislessici che in Italia sono circa 140mila, in costante aumento da ormai diversi anni. «Creare opportunità per tutti, secondo il principio dello sviluppo inclusivo, significa mettere al centro la persona», ha sottolineato in proposito l’ammini-stratore delegato di Microsoft Italia, Silvia Candiani, elencando i 'numeri' che rendono non più rinviabile il processo di digitalizzazione della scuola, ma in senso generale della stessa società italiana. Entro il prossimo anno, ha spiegato l’esperta, verranno creati 135mila posti di lavoro legati alla conoscenza delle nuove tecnologie, ma non saranno coperti proprio per mancanza di candidati con i requisiti richiesti dalle aziende. Certamente un paradosso per un Paese come il nostro che ha ancora un tasso di disoccupazione del 10,7% (il 32,8% tra i giovani).

«Il 65% degli studenti di oggi farà un lavoro che ancora non esiste», ha insistito Candiani, ricordando che se fossimo in grado di sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale potremmo aumentare dell’1% all’anno il Pil nazionale, un tasso praticamente doppio rispetto all’attuale. Anche alla luce di queste considerazioni nasce il progetto Ambizione Italia, in cui Microsoft si propone di coinvolgere entro il 2020 oltre 2 milioni di giovani, studenti, Neet e professionisti in tutta Italia, formando mezzo milione di persone e certificando 50mila professionisti per un investimento di 100 milioni di euro in attività di formazione e avvicinamento alle competenze digitali.

Un nuovo hub, il 38esimo in Italia, è stato aperto proprio ieri all’Istituto 'Pentasuglia' di Matera. Il progetto, nato dalla collaborazione tra Microsoft e la Fondazione 'Mondo digitale', coinvolgerà 250mila studenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni – l’80% dei quali dislocati nelle aree più svantaggiate del Paese – in corsi per acquisire competenze nell’ambito dell’intelligenza artificiale e della robotica, attraverso un approccio esperienziale e le tecnologie digitali.

Un primo assaggio di come le nuove competenze stanno cambiando la scuola si è avuto anche durante l’Edu Day grazie agli studenti di due istituti superiori del Centro-Sud. Gli allievi del 'Marconi' di Catania hanno presentato 'Dalt-ino', un prototipo in grado di aiutare le persone daltoniche a distinguere i colori in modo corretto. A Tivoli, invece, i ragazzi del liceo scientifico 'Spallanzani' hanno ideato il 'Robot climatologo' che rileva gli elementi nocivi nell’aria attraverso la misurazione con sensori e attuatori di temperatura, umidità e qualità dell’aria.

Avvenire del 9 Aprile 2019