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Bullismo e cyberbullismo, nuova area della formazione a distanza AGeSCFORM

Molti adulti sono nati prima dell’era digitale e non hanno nemmeno la percezione di quanto fenomeni come il cyberbullismo stiano prendendo piede e di quanto male possa fare la violenza sul web

Bullismo e Cyberbullismo sono problemi attuali e di fronte agli sviluppi della tecnologia gli adulti, nati prima di questi cambiamenti, sono molto a disagio. «È una vera e propria rivoluzione – afferma Roberto Gontero presidente AGeSC – che irrompe nei modi di relazionarsi e nella quotidianità, modificando profondamente la comunicazione. Non sapersi districare nel complesso mondo digitale è comune a moltissimi genitori, che finiscono per non sentirsi idonei sul piano tecnico rispetto ai figli, rinunciando all’educazione all’uso delle tecnologie». Molti non hanno nemmeno la percezione di quanto fenomeni come il cyberbullismo stiano prendendo piede e di quanto male possa fare la violenza esercitata sul web. Termini come flaming, cyberstalking, put down, exclusion, outing, furto d’identità e sexting sono sconosciuti, così come il pericoloso danno psicologico immediato o a lungo termine che infliggono alle vittime. Il nuovo concept di AGeSCform partirà da alcune semplici domande rivolte ai genitori: conosci il fenomeno cyberbullismo? Come viene vissuto in famiglia? Quali sono le dinamiche mentali scatenate nei minori che lo subiscono? Su quali punti deboli del ragazzo si scaglia il carnefice? I genitori conoscono gli strumenti per aiutare i minori con azioni di prevenzione e sostegno? Una buona formazione tra pari può essere uno strumento di prevenzione?

Nella recente Giornata Nazionale dedicata a questi fenomeni sono stati presentati i primi risultati di un’indagine condotta dall’Università 'La Sapienza' di Roma, che ha coinvolto 1500 ragazzi. È emerso un generale atteggiamento di sottovalutazione degli effetti del comportamento in rete: l’82% non considera grave insultare, ridicolizzare o rivolgere frasi aggressive sui social. Il 76% ha dichiarato che insulti e frasi aggressive riguardano soprattutto l’aspetto fisico, l’abbigliamento e i comportamenti quando non siano adeguati alle attese del gruppo, compresi l’adesione a regole famigliari e le scelte religiose. Chi invece ha ricevuto insulti o pubblicazioni di immagine 'rubate' e non autorizzate ha sviluppato un fortissimo senso di rabbia e risentimento, accanto a vergogna, imbarazzo, difficoltà enormi a guardare in faccia compagni di scuola e amici. In casi estremi le dichiarazioni non possono più esserci perché le vittime del web si sono suicidate. I dati evidenziano inoltre una grande ignoranza sui tempi di permanenza o di cancellazione dei contenuti offensivi nel web. Dunque serve educazione all’uso corretto della rete e soprattutto sono emerse la mancanza di educazione sentimentale e l’analfabetismo affettivo.

«Questa emergenza – conclude Gontero – richiama un forte impegno alla corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia. Conoscere istituzioni e agenzie che si occupano del problema può aiutare a prevenire il fenomeno e a limitare i danni, ma soprattutto deve esserci la famiglia e l’aiutarsi tra famiglie».