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Torino ospita il Consiglio Nazionale. Sul tavolo il valore della parità scolastica

Al tavolo, oltre al presidente nazionale AGeSC Roberto Gontero e a don Roberto Gottardo dell’Ufficio Scuola della Diocesi, anche Davide Gariglio, Daniele Valle e Gianluca Vignale del Consiglio Regionale, Silvio Magliano per la Città Metropolitana e Stefan

Avrà luogo nella città della Mole di Antonelli l’ultimo Consiglio nazionale del triennio 2015-2018 dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche, in vista del Congresso che dal 2 al 4 marzo a Roma darà vita ad un nuovo esecutivo. Nella parte pubblica di sabato 20, a partire dalle ore 10.30 presso l’Istituto FMA Virginia Agnelli, il Comitato del Piemonte ha organizzato una tavola rotonda sul tema 'Buona Scuola senza pluralismo: binomio possibile?', moderato dalla presidente regionale AGeSC Gianna Pierini, in forma di domande e risposte sul 'valore della parità', avendo come riferimento il XIX Rapporto del Consiglio nazionale della Scuola Cattolica. Risponderanno l’Assessore all’Istruzione della Regione Piemonte Gianna Pentenero insieme alla vicepresidente del Consiglio Regionale Daniela Ruffino.

Al tavolo, oltre al presidente nazionale AGeSC Roberto Gontero e a don Roberto Gottardo dell’Ufficio Scuola della Diocesi, anche Davide Gariglio, Daniele Valle e Gianluca Vignale del Consiglio Regionale, Silvio Magliano per la Città Metropolitana e Stefano Lorusso in rappresentanza del Comune di Torino. Interverrà anche l’onorevole Flavia Nardelli Piccoli, presidente della Commissione Cultura e Istruzione della Camera. Si parlerà di buono-scuola, che con nomi e forme diverse, è diventato uno strumento adottato da un buon numero di Regioni. In assenza di finanziamenti adeguati da parte dello Stato a sostegno della parità scolastica, le Regioni assolvono un compito più che positivo permettendo a molte famiglie di poter scegliere la scuola paritaria con minori preoccupazioni finanziarie. Dove l’intervento economico è stato significativo si sono verificate meno chiusure di scuole paritarie, almeno fino a quando questi finanziamenti regionali non sono stati ridotti. La prima Regione che ha approvato “assegni di studio” è il Friuli Venezia Giulia nel ’91, a seguire l’Emilia Romagna, la Lombardia, il Veneto, la Liguria, la Sicilia, il Piemonte e la Toscana nel 2014. Il buono-scuola è chiaramente diventato uno strumento per sostenere le famiglie nella libertà di scelta educativa ed è oggi riservato alle fasce di reddito medio- basse. La sua entità, che varia da regione a regione, costituisce un aiuto reale ma certamente non tale da garantire a tutti il diritto alla libera scelta, perché, strettamente collegato alle maggioranze politiche e alle disponibilità finanziarie, non garantisce continuità.

«Il dibattito di Torino sarà indubbiamente interessante – afferma Roberto Gontero presidente nazionale AGeSC – anche perché, fino a quando non ci sarà una legislazione nazionale risolutiva del problema parità scolastica, l’intervento delle Regioni continua ad essere molto utile. Se nel prossimo futuro le Regioni otterranno una maggiore autonomia in campo scolastico, diventeranno interlocutrici privilegiate riguardo all’attuazione della parità in Italia».