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«Il Paese ha bisogno di investimenti programmati per educazione e istruzione»

Torna anche il dibattito sul costo standard di sostenibilità per allievo. Giancarlo Frare, presidente nazionale dell’Agesc, ribadisce l’urgenza che riprendano i lavori della commissione al Miur

In questi giorni leggiamo delle manovre sulla Legge di bilancio e sul documento da presentare in Europa entro il prossimo 15 ottobre. Malgrado le conferme che non ci saranno modifiche, è certo che alcuni interventi verranno realizzati. Parlando di scuola, appare quindi evidente che non si potranno avere interventi aggiuntivi, che tuttavia risulterebbero necessari e inderogabili (sicurezza degli edifici, aumento del sostegno alle scuole paritarie, in crescente difficoltà a “tenere” il passo con la crisi economica e demografica, ecc.). Ma il nostro Paese deve mettere in esercizio ogni sforzo, cioè investimento culturale e finanziario, per l’istruzione e l’educazione. L’Italia deve investire sul proprio futuro: i giovani. Come fare? Per il presidente nazionale dell’Associazione Genitori Scuole Cattoliche Giancarlo Frare, «è importante che vengano ripresi i lavori della Commissione Miur sul costo standard, ed in particolare che si riprenda la tematica del costo standard di sostenibilità per allievo quale strumento in grado di realizzare processi di efficacia, efficienza e qualità delle realtà scolastiche incluse nel sistema di istruzione statale di cui alla Legge 10 marzo 2000 n. 62. Grazie a questo strumento tutti i decisori potranno rendersi consapevoli che l’istruzione ha un costo e che questo può e deve essere razionalizzato. Importante è conoscerne la natura. Se pensiamo che le scuole paritarie riescono a fornire un servizio di istruzione di qualità, facendo risparmiare allo Stato oltre sei miliardi all’anno, è semplice comprendere come lo strumento del costo standard potrebbe garantire il diritto fondamentale all’istruzione, nel rispetto della piena libertà di scelta educativa propria delle famiglie, delle studentesse e degli studenti». Contemporaneamente secondo Frare il Governo potrebbe riscontrare l’impatto positivo in termini di efficienza ed efficacia della spesa pubblica, a parità di qualità formativa, derivante dall’eventuale progressiva introduzione del costo standard in tutto il Sistema nazionale di istruzione (statale e non statale), rendendo più efficace la distribuzione delle risorse. «Il costo standard può essere utilizzato come parametro, per fare in modo che anche coloro che attualmente sono esclusi dalla scuola paritaria, possano accedere – continua Frare –. Favorendo un maggiore pluralismo scolastico, come accade da tempo in altri Paesi europei, lo Stato risparmierebbe somme crescenti che potrebbero essere investite per migliorare la qualità della Scuola e rendere più sicuri i luoghi dove i nostri figli impegnano molte ore al giorno per essere istruiti ed educati. Oggi assistiamo invece alla progressiva riduzione degli alunni nelle scuole paritarie, derivante dalle crescenti difficoltà economiche delle famiglie, ad un aumento dei costi della Scuola tutta ed alla crescita della povertà educativa. È urgente e non rinviabile un intervento decisivo della politica».