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Una scuola “lontana” ma sempre alleata delle famiglie, in questo tempo sospeso

Noi genitori tifiamo per docenti preziosi come medici, che “curano” i ragazzi guardandoli negli occhi anche attraverso uno schermo

Si contano i giorni che passano, come fa un prigioniero in attesa che il portone si apra per riassaporare il mondo là fuori. E’ trascorso quali un mese da quando tutto è cambiato: anche la scuola. Guardarsi negli occhi attraverso uno schermo. Insegnanti che entrano nelle case, nelle cucine, nelle camere: questa occasione di una scuola che “entra nelle case” è sicuramente una rivoluzione.

Come Associazione Genitori non ci interessa solo la questione didattica ma, quel rapporto educativo ininterrotto tra maestra o professore delle superiori e questi nostri figli che da un giorno all’altro si trovano a vivere “un’altra vita”.

Quella chiamata, quell’appuntamento, quella lezione online è vero che possono essere vissuti come un obbligo oppure una grande opportunità; per alcuni infatti sono possibili ore da condividere con altri volti, con pensieri dentro una giornata a volte riempita solo dalla noia e dalla solitudine. Ma la scuola è “grande” proprio per questo, perché “mi chiama” educativamente e mi dice che il desiderio di sapere e di conoscenza non può essere dimenticato, nascosto, ma occorre tenerlo desto. Per la valutazione di fine anno? No, non solo per quel voto o giudizio finale, ma perché abbiamo tutti bisogno di una scuola che trasmetta la capacità di vivere dando senso a tutto: Coronavirus incluso.

E noi genitori vogliamo una scuola così, tifiamo per una scuola che non insegni solo nozioni ma “apra” la testa ai nostri ragazzi, coltivi il loro pensiero; una scuola alleata con i genitori e le famiglie anche in difficoltà. Docenti quindi preziosi come i medici, docenti che “curano” i nostri ragazzi guardandoli negli occhi anche… attraverso uno schermo.

Ma come vive queste giornate una famiglia tipo? Ne abbiamo parlato con una mamma, Patrizia. «Le giornate sono scandite da una serie di attività che tengono i genitori impegnati, come se il virus ci avesse fatto un dono: riscoprire il valore della vita in casa. Il mattino viaggia velocemente tra le videolezioni di Sofia e il mio smart working. La casa si popola di voci a noi familiari

(colleghi, maestre, compagni di classe) che provengono dal computer e ci consentono un ritorno alla normalità».

«Dopo pranzo alla correzione dei compiti di Sofia segue una sessione di ginnastica, che ci offriamo in casa, entro appositi spazi che ci siamo ritagliate in condivisione con il nostro micio Oudinì, oppure in garage o in cortile, se il tempo è clemente. Al pomeriggio, la merenda è il momento che ci regaliamo per preparare qualcosa di sfizioso assieme. Sono rituali ormai entrati a far parte della nostra nuova vita, che ci consente di apprezzare l’intensità dei momenti trascorsi assieme… Cosa che raramente riuscivamo a fare ante– coronavirus».

Prosegue Patrizia: «Sono i giorni in cui ci dedichiamo alla cura di piante e fiori sul terrazzo. La primavera è la stagione del risveglio e sembriamo rianimarci anche noi con la nostra voglia di fare e la creatività, vuoi in cucina (per sperimentare un piatto nuovo che qualche mese fa aveva colpito la nostra attenzione su una rivista o in tv, ma che non avevamo il tempo di portare a termine sui fornelli), vuoi in casa con piccoli lavori con tempere e acquerelli. Il terrazzo diventa una tavolozza dove scoprire la magia dell’incontro di colori su un panno bianco, su un foglio da disegno o più semplicemente su una vecchia pietra raccolta lungo la Dora in montagna in un passato non molto lontano».

«È il rifiorire di una nuova dimensione, fatta di cene trascorse con mamma e papà a parlare di cose semplici e quotidiane, di dopocena trascorsi tutti davanti alla tv per guardare un bel film oppure nel lettone a leggere un buon libro in attesa di cadere tra le braccia di Morfeo».

I ritmi sono lenti, come lento è il trascorrere di questo periodo che ci sta insegnando ad essere orgogliosi di ciò che siamo e fiduciosi in ciò che saremo dopo questa esperienza. Ricordando il nostro passato, fatto di stress, ritmi serrati e frasi non dette, troviamo oggi la forza per affrontare questa nuova sfida, consapevoli che nella vita ci vogliono fede, impegno e amore a perdifiato. Andiamo avanti nella speranza che quel tempo che è durato un momento ci riporti finalmente la luce.