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Mamma e medico, la storia di Sandra. Che ha vinto la sua battaglia col Covid

La sofferenza di essere divisa dai bambini, la scoperta della malattia e di aver contagiato il padre: «Ecco come ne sono venuta fuori»

Come la Pasqua, anche la Festa della Mamma non ha una data fissa annuale, ma viene celebrata la seconda domenica di maggio. Originariamente la data era fissa l’8, ma per facilitare i festeggiamenti e far ricadere la festa in un giorno festivo (la domenica), si è poi deciso di rendere la data “mobile” e fissarla la seconda domenica di ogni mese di maggio.

La festa della mamma non è una ricorrenza presente solo in Italia ma, in realtà, è diffusa in tutto il mondo perché «per una mamma che solleva il bambino e lo porta all’altezza dei suoi occhi l’universo non ha altra prospettiva, altro asse, altro centro che questo». La mamma è colei che ci ha custodito nel grembo per nove mesi. Ecco perché il mondo si ferma per porgerle il suo ringraziamento più sincero.

In questo periodo particolare la mamma ha dovuto sobbarcarsi diversi ruoli, insegnante, lavoratrice, baby-sitter, moglie, ma oggi vogliamo ricordarne una per tutte: un medico in prima linea in un ospedale. La scelta di Sandra, come ci racconta, è avvenuta non per vocazione ma per amore. «Credo che fossi nata per fare solo questo. Il dedicarmi agli altri vivere per gli altri e stata subito la mia ragione di vita. Lavorare anche 48 ore di seguito non mi ha mai pesato con tutte le difficoltà di essere una mamma moglie medico. Ti senti inadeguata sempre e comunque al lavoro non sei mai completamente libera come chi figli non ne ha. A casa non sei una mamma presente e soffri quando lasci i tuoi bambini per andare a fare la notte e loro piangono... Sono un medico in prima linea, un medico di Pronto soccorso. Questo lavoro è la mia vita, ce l’ho nel sangue » .

Ma un giorno, di ritorno ecco la notizia terribile: il Covid, che oltre a colpirla ha ferito la sua famiglia sopratutto il papà che oggi compie 96 anni. «Essere la “causa” della malattia delle persone che ami ti rende impotente debole fragile e sconfitta » . La vita è tutta una scuola in cui non termini mai di sapere e imparare, di far compiti e prove e ricevere voti e giudizi. Per divenire migliore c’è sempre e ancora davanti un miglio di strada da fare ed è quello più duro. Ecco perché non si è persa d’animo, ha curato il papà e con l’aiuto che viene solo da Lassù il primo e poi anche il secondo tampone sono risultati negativi.

«In queste settimane – racconta – ho ripercorso la vita del mio papà. Un’adolescenza nel pieno periodo fascista definita “non poi così male” ricordando quell’episodio dove i fascisti come gesto di scherno tagliarono a lui ed ai presenti la cravatta per poi andarsene senza troppe conseguenze. Lui che per amore faceva chilometri in bicicletta per andare a trovare la mamma scampando ai vari posti di blocco». Un papà “vecchio stampo”, dedito al lavoro ed alla famiglia, padre di due figli e marito di casalinga a cui non ha mai fatto mancare segni di gratitudine per il grande lavoro svolto durante la sua assenza. «È lui che ha sempre cercato di spronare e promuovere le passioni e i talenti dei figli ecco perché eccomi medico. Negli anni non sono mancati i momenti difficili, ma lui ha insegnato che dalle cadute occorre trovare le soluzioni per rialzarsi e a ripartire e così ha fatto oggi che soffia le 96 candeline».

Ma oggi ricordiamo anche le mamme che il virus ha portato in cielo lasciandoci solo il ricordo. «L’esistenza è così. Prima ci viene concesso un lasso di tempo per vivere cose, vicende e persone e dopo uno diverso per ricordarle se non ci sono più. Non è mai un unico tempo e non è la stessa cosa ma viverle vuol dire tenerle nelle stanze del cuore, per riportarle ogni volta tra quelle stesse pareti. Il ricordo soffia nel cuore così che non resti mai solo e mai senza cose, vicende e persone che furono nostre e che a un certo punto abbiamo perso – riflette Sandra –. Siamo caduti quaggiù per riprovare a salire di nuovo verso l’aria semplice, dove immagino che siano tutte le mamme che il virus ha portato in cielo. E se oggi è festa anche lì auguri a tutte le mamme».