Camera, un passo pro-famiglie Sì unanime all’assegno unico

La famiglia torna al centro dell’attenzione della politica come elemento essenziale della società

Sì unanime della Camera alla proposta di legge Delrio-Lepri sull’assegno unico universale per figlio. Il provvedimento, che ora passerà al Senato per l’approvazione definitiva, ha ricevuto ieri 452 voti favorevoli e un solo astenuto. Nessun deputato ha votato contro il provvedimento che semplifica, riducendola a una sola misura la pletora di bonus e assegni del passato. E la dà a tutti e non più solo ai lavoratori dipendenti. Comprensibile la soddisfazione del relatore, il dem Stefano Lepri, che già il mese scorso in un’intervista ad Avvenire aveva auspicato di vedere un tabellone luminoso tutto verde (cioè di soli «sì») in Aula. E ora parla di «primo, ma decisivo passo», dopo «anni di proposte, illusioni, confronti e scontri». Certo, il lavoro, sottolinea Lepri, non è compiuto. Oltre al passaggio a Palazzo Madama - per il quale il risultato bipartisan di Montecitorio fa ben sperare e che dovrebbe avvenire entro l’estate si dovranno predisporre i decreti legislativi, previsti per novembre. E soprattutto reperire i fondi, i 6-7 miliardi aggiuntivi ritenuti necessari. Cosa che, ammette il deputato, «non sarà facile». Parla di «riforma epocale » il primo firmatario della proposta di legge, il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio, che ricorda come così si contrasta il declino demografico e non si lasciano tutti i carichi familiari alle donne. Infine, sottolinea, «non ci saranno più figli di serie A e di serie B perché finalmente anche quelli degli autonomi, dei liberi professionisti, degli incapienti e dei disoccupati saranno trattati come gli altri».

La nuova normativa è un tassello importante del mosaico che il governo sta componendo con il Family Act ad opera della ministra per le Pari opportunità a la Famiglia Elena Bonetti. Per questo l’esponente di Italia Viva saluta il voto come «momento storico per il Paese a la politica», che ha dato in Parlamento un «bel segnale». Inoltre l’assegno unico è «una parte cruciale della riforma fiscale che il governo vuole varare nei prossimi mesi», aggiunge il viceministro dell’Economia, il dem Antonio Misiani.

Anche i leader di partito esultano. A partire da Matteo Renzi: «Quello che alla Leopolda 2019 sembrava un sogno oggi prende forma». Per il segretario del Pd Nicola Zingaretti si tratta di «un altro tassello della nuova Italia che stiamo costruendo ». Anche le opposizioni hanno dato il loro apporto e pungolano la maggioranza e il governo sui tempi e sui fondi da reperire. La vicepresidente della Camera Mara Carfagna Fi) apprezza lo sforzo della maggioranza di conciliare le sue proposte con quelle contenute in un testo da lei presentato. Ma, avverte, «il nostro 'sì' non è una cambiale in bianco, quanto piuttosto una spinta a fare meglio e in fretta». In termini di più risorse e di indicazioni meno vaghe sulla consistenza dell’assegno minimo mensile e sulla platea dei beneficiari.

Anche l’associazionismo, in particolare cattolico, saluta con favore il decisivo passaggio. A partire dal Forum delle associazioni familiari (vedi intervista qui sotto) che è stato il principale interlocutore della politica sul dossier. Si unisce la Comunità Papa Giovanni XXIII, che con il presidente dell’associazione Giovanni Paolo Ramonda parla di «un cambio di paradigma, tanto più importante dopo l’ennesimo record negative delle nascite». Domenico Delle Foglie presidente del Movimento cristiano lavoratori (Mcl) definisce l’assegno unico uno «strumento di giustizia sociale». E ritiene non casuale che il voto all’unanimità sia maturato «in questa stagione difficilissima. Forse tutta la politica italiana ha potuto apprezzare il grande sforzo messo in campo dalle famiglie non solo in tutti questi anni ma, soprattutto, in occasione della pandemia».

Avvenire del 22 luglio 2020 - Arturo Celletti