Professionali, argine alla dispersione

Le Salesiane del Lazio danno un’opportunità a duemila ragazzi

«Enti accreditati che svolgono un servizio pubblico»: così si esprime con orgoglio suor Novella Gigli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, responsabile per i 6 centri di formazione professionale di Roma e del Lazio del Ciofs-Fp Lazio (Centro italiano Opere femminili salesiane). Tre centri a Roma, uno a Ostia, uno a Ladispoli, un altro a Colleferro e 3 sportelli di orientamento, nonché uno sportello al lavoro. Nei Centri vengono accolti 2mila ragazzi, provenienti dalle diverse realtà territoriali. «Vengono per frequentare i percorsi triennali di istruzione e formazione professionale (Iefp) riconosciuti dalla Regione – spiega la religiosa – si rimotivano, riacquistano fi- ducia in loro stessi, acquisiscono qualifiche spendibili nel mondo del lavoro». La formazione professionale, di competenza delle Regioni rappresenta una significativa realtà nel Lazio. Purtroppo in alcune Regioni non è presente la dovuta attenzione per le problematiche dei giovani in età di diritto dovere all’istruzione e formazione professionale. Laddove l’attività di Iefp è stata eliminata (in Sardegna, in Puglia, in Sicilia, …) la dispersione scolastica non ha più un argine e migliaia di ragazzi e giovani si trovano per strada.

«Nelle Regioni dove esiste la formazione professionale – insiste suor Novella – la dispersione è notevolmente contenuta, prevenendo i pericoli della strada. La chiave del successo è tutta nel progetto educativo- formativo e nella metodologia didattica attuata dal Ciofs-fp Lazio: oltre alle materie specifiche attinenti la professione diamo ai ragazzi la formazione sulle competenze di base di italiano, matematica, lingue, informatica che è realizzata con l’utilizzo dei tablet. Sulle competenze professionali vince il laboratorio e soprattutto vince lo stage: per tutte le qualifiche, comprese il settore della ristorazione e del benessere, sono previsti fino a due mesi di stage. Dall’anno scorso sono attivi i percorsi di IV anno (diploma professionale) nel sistema dell’alternanza scuola-lavoro e, con contratti di apprendistato, che in molti casi si trasformano in assunzioni a tempo indeterminato.

Dalle parole di suor Novella si apre uno scenario veramente particolare dove il mondo cattolico è riuscito ad inserirsi. «Quando parliamo di don Bosco e del suo Oratorio, non dobbiamo pensare solo ad uno spazio per giocare: Don Bosco si preoccupava di insegnare un mestiere che permettesse ad ognuno di inserirsi nel mondo del lavoro e guadagnarsi onestamente di che vivere. Aveva a cuore la formazione e l’istruzione e soprattutto diceva - e sapeva - che in ogni giovane si trova un punto su cui far leva per accedere al bene. Ogni giorno constatiamo che molti ragazzi, che arrivano demotivati e con grosse difficoltà, dopo l’acquisizione della qualifica riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro e molti decidono di proseguire nel sistema scolastico, prendendo il diploma e alcuni anche all’Università ». Nel settore della formazione professionale, asserisce suor Novella, confluiscono sia nella realtà di Roma che del Lazio anche ragazzi appartenenti alle fasce sociali più disagiate provenienti da tutte le periferie. Inoltre il Ciofs-fp Lazio sta attuando il progetto della “impresa formativa”, per indirizzare i ragazzi all’auto imprenditorialità con l’aiuto del microcredito a tasso agevolato offerto dalla Regione e da alcune banche. Qui nel quartiere Testaccio abbiamo avviato “Il laboratorio delle idee”, un’impresa formativa che produce pasta fresca, dove i nostri ragazzi possono svolgere un tirocinio formativo che li orienti a mettersi in proprio con il supporto di un commercialista e di una società che sostiene l’avvio di impresa».