Rete Its, la carica dei 13mila «Trovi lavoro entro un anno»

L’80% dei diplomati ha un’occupazione stabile. Stanziati 32 milioni di euro per aumentare gli iscritti di almeno tremila unità. Banca Prossima lancia il prestito “per Merito”

C’è uno spread delle competenze, che “pesa” tanto quanto quello dei titoli di stato e mantiene l’Italia agli ultimi posti in Europa, alimentando la disoccupazione giovanile (stabilmente oltre il 30%) e frenando lo sviluppo delle imprese, in affannosa e spesso vana ricerca di figure professionali non disponibili sul mercato del lavoro. Un differenziale che è necessario colmare investendo di più in formazione e percorsi scolastici realmente in grado di favorire l’ingresso dei giovani in un mondo dei mestieri sempre più esigente. È questa la sfida raccolta dalla rete degli Istituti tecnici superiori (Its), percorsi terziari non universitari, che con 13mila studenti ancora costituiscono una nicchia del nostro sistema scolastico, ma ne rappresentano anche una delle poche novità positive. Per rilanciare l’impegno sul territorio, l’Associazione delle Fondazioni Its si è riunita ieri a Milano, presentando i risultati ottenuti in termini di occupazione dei diplomati. Secondo il monitoraggio dell’Indire, l’80% dei diplomati trova lavoro entro un anno dal diploma e, nel 90% dei casi, in un’area coerente con il percorso di studi concluso. In prevalenza (62,3%), gli studenti provengono dagli istituti tecnici, anche se oltre un iscritto su cinque (il 21,3%), ha in tasca un diploma liceale e anche i laureati rientrano in formazione attraverso questo canale, che costituisce la via più breve per il lavoro. «L’unico criterio degli Its è l’occupazione – ha ricordato Antonella Zuccaro, ricercatrice Indire – e hanno conquistato le imprese con la loro organizzazione flessibile e dinamica, che li mette nelle condizioni di cogliere, praticamente in tempo reale, le esigenze delle aziende ». Il problema è, semmai, che il 38% degli studenti non riesce a entrare negli Its perché, ha spiegato Zuccaro, «la programmazione regionale dei percorsi non soddisfa tutte le richieste». È soprattutto una questione di risorse, che finora ha consentito alle 103 Fondazioni Its costituite sul territorio di accogliere poco più di 13mila iscritti, rispetto ai 270mila della Francia e agli 800mila della Germania. Con i 32 milioni di euro recentemente sbloccati dal governo, l’obiettivo è, allora, aumentare di almeno tremila unità il numero di iscritti, che, in ogni caso, resteranno ben lontani dai 500mila tecnici specializzati richiesti dalle imprese.

«Già oggi sappiamo che, dei 195mila profili richiesti dai nostri associati, uno su tre sarà introvabile – ha ricordato Giovanni Brugnoli, vicepresidente per il capitale umano di Confindustria –. Anche da qui si misura il disinteresse della politica per un tema che, invece, tocca molto da vicino la vita delle nostre aziende. Abbiamo bisogno di certezze e di una programmazione dei finanziamenti pluriennale che copra almeno un decennio».

Le sfide future del sistema, ha sintetizzato il presidente di Its Italy, Alessandro Mele, riguardano la realizzazione di “Campus tecnologici”, per «promuovere l’investimento infrastrutturale creando adeguate sedi, laboratori e studentati, per passare da corsi sparsi sul territorio e sedi riconosciute». Tra gli esempi più significativi, l’Accademia navale di Genova, Its in cui la Regione Liguria ha investito 8 milioni di euro. Un fondo per gli studenti è stato, quindi, messo a disposizione da Banca Prossima, attraverso il prestito “per Merito”, da quest’anno esteso anche ai giovani iscritti agli Its. Un prestito che sarà restituito in 30 anni al tasso del 2%. «È un’azione nel segno della sussidiarietà», ha spiegato l’amministratore delegato di Banca Prossima, Marco Morganti.

Avvenire del 17 maggio 2019