Paritarie, la scelta che lo Stato ci nega
Spogliati delle risorse ed esclusi dalle offerte formative in un biennio 415 istituti sono stati costretti alla chiusuraPubblicato da ANSPI - Oratori e Circoli - Associazione Nazionale San Paolo
Tra le insidie delle campagne elettorali la più pericolosa è quella che si nasconde dietro slogan a effetto, spostando l’attenzione sui ‘problemi della pancia’ piuttosto che su quelli decisivi per il bene comune. Nessun genitore nega che i temi della sicurezza e del lavoro siano importanti, ma senza investimenti su educazione, natalità e famiglia non ci potrà essere sviluppo e benessere. Soffermandoci sulla scuola, quella che la Costituzione vuole «libera, gratuita ed equipollente», a noi genitori interessa che i nostri figli incontrino un luogo e delle persone che testimonino che la vita è un’avventura interessante e che qualcuno, oltre alla famiglia, s’interessa davvero al loro destino. Noi lo abbiamo trovato, questo luogo, nelle scuole pubbliche paritarie che da decenni, qualcuna da oltre un secolo, svolgono un servizio pubblico nel rispetto delle normative nazionali, proprio per essere chiamate ‘paritarie’ e volersi ben distinguere dalle private.
La legge le riconosce come pubbliche ma lo Stato no. È sotto gli occhi l’ormai cronica scarsità di risorse attribuite a questa ‘seconda gamba’ del sistema integrato d’istruzione. E non solo risorse, ma anche nei provvedimenti che anno dopo anno vengono implementati per aumentare l’offerta formativa la scuola paritaria viene spesso dimenticata. Eclatanti i dati ministeriali: negli ultimi due anni 415 scuole hanno chiuso, soprattutto nel Mezzogiorno e fra le scuole d’infanzia, mentre gli iscritti sono scesi sotto il milione per le difficoltà economiche delle famiglie. Questi pochi dati significano che nel nostro Paese è negato il diritto costituzionale della libera scelta scolastica. I piccoli passi avanti degli ultimi Governi non hanno aiutato a risolvere il problema, che necessita di interventi più sostanziosi.
Detraibilità delle spese, quota capitaria, convenzioni con lo Stato, diritto allo studio e buono scuola, sostegno agli alunni disabili, parità di accesso alle iniziative di sistema, fiscalità equa, contributi per la formazione dei docenti: queste le nostre richieste per l’immediato. Immediato e non futuro più o meno prossimo, perché gli studenti sono a scuola oggi. Per continuare a credere nella Costituzione, nei diritti di ugual trattamento dei ragazzi e in una più libera scelta educativa delle famiglie che oggi devono scegliere la scuola per i propri figli.
Noi continuiamo a sperare e quindi a impegnarci per essere voce e presenza anche a nome di chi non può farlo.
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