Per le paritarie 70 milioni in più
Nuove risorse entrano nel decreto Rilancio, per primaria e secondaria, ma solo fino ai 16 anni Compresa la fascia 0-6, per gli istituti non statali sono previste risorse per 150 milioni di euro Scuole paritarie: dopo la protesta, qualcosa si è mosso. Nell’ultima versione del decreto Rilancio, quella poi firmata dal Presidente della Repubblica, all’articolo 233 è stato inserito un nuovo stanziamento di 70 milioni, «a titolo di sostegno economico – si legge – in relazione alla riduzione o al mancato versamento delle rette o delle compartecipazioni comunque denominate, da parte dei fruitori fino ai sedici anni di età, determinato dalla sospensione dei servizi in presenza a seguito delle misure adottate per contrastare la diffusione del Covid-19». Queste risorse vanno ad aggiungersi ai 65 milioni di euro per le scuole materne paritarie, anche questi a copertura del mancato versamento delle rette, già presenti nella prima versione del decreto e ai 15 milioni di incremento del Fondo nazionale per il Sistema integrato di educazione e di istruzione, che porta il totale dei contributi per i servizi tra 0 e 6 anni a 80 milioni di euro. Complessivamente, dunque, per le scuole paritarie, dall’infanzia alla secondaria di secondo grado (ma soltanto fino ai 16 anni), sono previsti stanziamenti per 150 milioni di euro, del miliardo e mezzo messi a disposizione dell’intero sistema scolastico nazionale. Queste risorse, ricorda la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, erano state oggetto di un «impegno » del ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Inoltre, agli istituti non statali, andrà anche una parte dei 39,23 milioni di euro stanziati per garantire il «corretto svolgimento » degli esami di Stato, «assicurando la pulizia degli ambienti secondo gli standard previsti e la possibilità di utilizzare, ove necessario, dispositivi di protezione individuale da parte degli studenti e del personale scolastico durante le attività in presenza». Queste ulteriori risorse, si legge nel testo del decreto, saranno ripartite «tenendo conto del numero di studenti e di unità di personale coinvolti» nello svolgimento dell’esame di Maturità. «Abbiamo ascoltato le giuste richieste di questo mondo e delle famiglie e ci siamo mossi di conseguenza. Un impegno doveroso», dichiara la viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani. Soddisfazione è espressa anche da Gabriele Toccafondi e Daniela Sbrollini, capigruppo di Italia Viva in Commissione Cultura alla Camera e al Senato, che sottolineano, però, un vulnus rimasto nel testo definitivo. «È tuttavia incomprensibile – proseguono i parlamentari “renziani” – che nella bozza del testo si faccia riferimento solo fino ai 16 anni, ovvero all’obbligo scolastico. Incomprensibile perché
lo Stato paga la scuola statale fino al quinto anno e non solo fino ai sedici anni. Una disparità che la dice lunga su ostacoli ideologici che ancora circolano. Ma guardiamo il bicchiere mezzo pieno – rilanciano Toccafondi e Sbrollini –: le risorse in più sono arrivate nonostante un silenzio assordante del ministro dell’Istruzione a cui le paritarie si erano appellate». Anche l’ex-ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli (Pd), definisce una «risposta concreta e importante», gli stanziamenti aggiuntivi per le paritarie, «senz’altro non ancora sufficiente a scongiurare la chiusura di una parte di questi istituti che invece dobbiamo assolutamente mettere nelle condizioni di riaprire a settembre e che però può intanto restituire fiducia a lavoratori, alle famiglie e agli studenti».
Dall’opposizione, la vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, Mara Carfagna, sollecita il governo a fare di più, altrimenti «spetterà al Parlamento intervenire nel corso dell’esame del dl Rilancio e garantiamo il nostro impegno in tal senso», mentre il senatore Antonio Saccone (FIUdc), annuncia che «un’altra battaglia che porteremo avanti sarà quella di prevedere detrazioni per il 2021». La Lega parla di «vergognosa elemosina », sottolineando che «la maggioranza è riuscita nell’impresa di destinare l’elemosina di 8.368 euro a scuola, poco più di 40 euro ad alunno », si legge in una nota dei deputati del Carroccio della Commissione Istruzione. E di «decreto chimera» parla il deputato di FdI, Fabio Rampelli, mentre Alessandro Sorte di Cambiamo! ricorda che «la visione ideologica che tende a contrapporre, in maniera ostile, istituti paritari e istituti statali è lontana dalla realtà delle cose».
Avvenire del 20 maggio 2020 - Enrico Lenzi