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Guardarsi negli occhi attraverso uno schermo

Come genitore mi interessa quel rapporto educativo ininterrotto tra maestra o professore e questi nostri figli che da un giorno all’altro si trovano a vivere “un’altra vita”

Guardarsi negli occhi attraverso uno schermo.
Insegnanti che entrano nelle case, nelle cucine, nelle camere: questa occasione di una scuola che entra nelle case è sicuramente una rivoluzione. Come genitore non mi interessa solo la questione didattica ma quel rapporto educativo ininterrotto tra maestra o professore delle superiori e questi nostri figli che da un giorno all’altro si trovano a vivere “un’altra vita”.

Quella chiamata, quell’appuntamento, quella lezione online è vero che può essere vissuta come un obbligo oppure una grande opportunità, per alcuni infatti sono possibili ore da condividere con altri volti, con pensieri dentro una giornata a volte riempita solo dalla noia e dalla solitudine. Ma la scuola è “grande” proprio per questo perché “mi chiama” educativamente mi dice che il desiderio di sapere e di conoscenza non può essere dimenticato, nascosto, ma occorre tenerlo “desto”.

Per la valutazione di fine anno? No non solo per quel voto giudizio finale ma perché abbiamo tutti bisogno di una scuola che trasmetta la capacità di vivere dando senso a tutto, coronavirus incluso. E noi genitori vogliamo una scuola così, tifiamo per una scuola che non insegni solo nozioni ma “apra” la testa ai nostri ragazzi, coltivi il loro pensiero, una scuola alleata con i genitori e le famiglie anche in difficoltà. Docenti quindi preziosi come i medici, docenti che “curano” i nostri ragazzi guardandoli negli occhi anche… attraverso uno schermo.

di Maria Grazia Colombo, vicepresidente del Forum