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Scuola in casa, le due velocità

ll Ministero: il 94% degli studenti fa didattica online, ma solo il 17% degli istituti era già preparato. Bene le superiori, in ritardo le medie: per un ragazzo su cinque le lezioni non sono ancora ripartite

Le scuole riapriranno soltanto quando sarà garantita «la massima sicurezza a tutti gli studenti». Lo ha ribadito la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, intervenuta ieri pomeriggio alla Camera, per rispondere al question time. Per l’occasione, sono stati presentati i dati del recente monitoraggio del Miur, sull’attivazione della didattica a distanza. «Le scuole che l’hanno attivata sono riuscite a coinvolgere circa il 94% degli studenti utilizzando molteplici strumenti e l’89% degli istituti ha predisposto specifici materiali per gli alunni con disabilità – ha spiegato la ministra –. I dati del monitoraggio confermano quindi una grande solidarietà della comunità scolastica, testimoniata dal 41% delle istituzioni interpellate che hanno attivato forme di collaborazione».

Un lavoro tanto più necessario, in quanto, sempre stando al monitoraggio effettuato dal Ministero, appena il 17% delle scuole aveva già fatto esperienza di didattica digitale e non si è fatto trovare impreparato allo scoppio dell’emergenza. Per le altre sono state predisposte azioni di supporto, come quelle messe in campo dall’Istituto “Majorana” di Brindisi, che da oggi ha attivato “Future Lab”, una sorta di laboratorio per la didattica online, a cui, in poche ore, si sono iscritti più di 3.500 tra dirigenti scolastici e docenti, di tutta Italia. Complessivamente, sono 120 gli insegnanti delle équipe formative territoriali e delle reti di scuole dei “Future Labs”, «che stanno utilizzando tutte le risorse disponibili per promuovere webinar e seminari online per lo sviluppo delle competenze digitali dei docenti», ha ricordato la ministra Azzolina. Per supportare le scuole, il Ministero ha aperto anche un’apposita sezione sul proprio sito Internet.

La ministra ha anche ricordato gli 85 milioni di euro stanziati per la didattica online e per fornire di device e connnessione gli studenti che ne fossero ancora privi. Il riparto delle risorse tra le scuole sarà effettuato in queste ore, «tenendo conto della concreta condizione degli studenti, per supportare nei termini dell’eguaglianza sostanziale quelli che ne hanno più bisogno». Un obiettivo, ha fatto notare il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, che però si scontra con la burocrazia che ancora frena l’acquisto di pc e tablet. «È un ostacolo enorme – ha ricordato l’ex-sottosegretario all’Istruzione –. Va scongiurato il rischio che gli strumenti siano disponibili quando l’anno scolastico sia in chiusura, servono subito non tra settimane. Serve dunque meno burocrazia e più fiducia nei dirigenti scolastici».

Per non interrompere l’inclusione dei 260mila alunni disabili, è stata inoltre attivata la Task force emergenze, con uno specifico gruppo di lavoro, composto da esperti, insegnanti e dirigenti, che resterà operativo fino al termine dello stato di emergenza.

«La sospensione delle attività didattiche – ha ribadito la ministra – non ha interrotto il processo di inclusione degli studenti con disabilità. L’insegnante di sostegno è tenuto a mantenere l’interazione con l’alunno, tra l’alunno e gli altri docenti curricolari e con i genitori, predisponendo il materiale personalizzato da far fruire con modalità specifiche di didattica a distanza. Non viene meno anche il monitoraggio della realizzazione del Piano educativo personalizzato».

Per tutti gli studenti, infine, il team di esperti selezionato dal ministero, metterà a punto un sondaggio online «per indagarne lo stato emotivo e psicologico in questo momento particolarmente complesso, disegnando un quadro esausitivo della situazione attuale. I quesiti – si legge in un documento del Miur – saranno incentrati sul cambiamento in atto nella loro quotidianità, sulle loro conoscenze e i loro timori».

Tra le scuole che fanno ancora fatica ad adattarsi alle nuove condizioni, ci sono le medie, come confermato dai dati dell’Osservatorio “Scuola a distanza” di Skuola.net. Mentre alle superiori ci si avvicina a una copertura del 100%, tra gli studenti più piccoli la diffusione dello “smart learning” si ferma all’82%. Insomma: per circa 1 ragazzo su 5 la scuola, dopo lo stop alla didattica frontale, non è ripartita (perlomeno come avrebbe dovuto). Ma anche laddove i disagi sono stati inferiori si continua ad arrancare: solo il 48% degli studenti delle medie accede quotidianamente alle piattaforme collaborative di ultima generazione (alle superiori sono oltre 6 su 10). Il resto, sottolinea Skuola.net, si deve affidare soprattutto al registro elettronico: lo fa più di 1 su 3.

Avvenire del 26 marzo 2020 - Paolo Ferrario