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Insulti ad arbitro, squadra si ritira

Incontro di basket under 13 interrotto dall’allenatore dell’Amico Carpenedolo

Di fronte alle proteste e agli insulti dei sostenitori della squadra avversaria verso l’arbitro di soli 14 anni – uno in più dei giocatori in campo –, non ha avuto dubbi: ha ritirato i propri ragazzi dal campo, nonostante il vantaggio di 10 punti, con un gesto che non è passato inosservato. Tanti consensi, a partire dai social, per Marco Giazzi, coach dell’under 13 dell’Amico Basket Carpenedolo (Brescia). Il quale ha chiesto anche di omologare la sconfitta della propria squadra per 0-20. Una scelta supportata dalla convinzione che, «oggi più che mai, abbiamo bisogno di segnali forti nello sport giovanile», sottolinea l’allenatore.

La partita è quella di domenica mattina, in casa, diretta da un arbitro classe 2005. Le proteste sono iniziate sin dall’inizio, quindi sono andate pro- gressivamente aumentando e sono culminate durante il terzo quarto, quando la squadra di casa, dopo sei sconfitte consecutive, era ancora in vantaggio di dieci punti. A far impennare gli insulti un brutto fallo di un giocatore della formazione di Carpenedolo non sanzionato dall’arbitro. Il tecnico allora ha chiamato il time out e chiesto ai genitori di smettere di protestare. «La risposta non è tardata: vergognati, non devi dire a noi quello che dobbiamo fare», racconta Giazzi che subito dopo la fatto uscire la squadra e spiegato ai giocatori la scelta. «Non è colpa loro, non hanno perso i ragazzi in campo... ma il basket, lo sport», sottolinea il tecnico.

«Ho fatto solo la cosa che ritenevo giusta – spiega l’allenatore –. In altre occasioni mi erano capitale situazioni analoghe, mai in precedenza mi ero trovato a dover prendere una decisione estrema. È un vero peccato». Giazzi non mostra rancore «verso la società avversaria e neppure verso i giocatori, visto che non sono responsabili. Aspettiamo la partita di ritorno per poterci stringere la mano». Nel frattempo l’attenzione è già rivolta alla sfida di domani, in trasferta, previsto dal turno infrasettimanale. «Ci siamo allenati per essere pronti. Anche perché dopo sette sconfitte consecutive, compresa quella a tavolino, vogliamo spezzare l’incantesimo», concluse il coach.

Dopo le proteste di alcuni genitori al direttore di gara appena 14enne, coach Giazzi ha ordinato ai suoi di andar via, chiedendo di omologare la sconfitta a tavolino : «Oggi abbiamo bisogno di segnali forti nello sport giovanile»

Avvenire 22 gennaio 2019