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Cicatelli: cresciuta la nostra qualità, ma sono calati gli istituti

«A breve speriamo di poter presentare i risultati del nostro terzo monitoraggio nazionale sulla qualità nella scuola cattolica – annuncia Cicatelli –. Sarà l’occasione per rifare il punto della situazione».

Più qualità, ma meno scuole. Visto dalla parte delle scuole cattoliche paritarie il bilancio di questi primi 20 anni di legge sulla parità si presenta con un doppio volto. «Se guardiamo la qualità del servizio offerto dalle nostre scuole – commenta Sergio Cicatelli coordinatore scientifico del comitato tecnico del Centro studi scuola cattolica (Cssc) – è cresciuto nel tempo. C’è attenzione a questo aspetto sin dal sorgere delle prime scuole cattoliche, ben prima della legge 62/2000. Dunque possiamo dire che la qualità del servizio era e rimane alta, soprattutto perché la scuola cattolica ha sempre investito nel-l’offerta formativa e nell’attenzione allo studente. Insomma in questi venti anni la scuola cattolica ha proseguito nel proprio cammino di qualità». Ne è testimonianza anche il Rapporto che annualmente il Cssc pubblica sulla scuola cattolica esaminando un aspetto specifico. E quello della qualità è stato spesso declinato sotto diversi aspetti in questi anni. Ma non solo. «A breve speriamo di poter presentare i risultati del nostro terzo monitoraggio nazionale sulla qualità nella scuola cattolica – annuncia Cicatelli –. Sarà l’occasione per rifare il punto della situazione». La legge 62/2000 ha comunque «migliorato la percezione di noi stessi e del nostro ruolo, sentendoci parte e non avversari, dell’unico sistema scolastico nazionale».

Tra gli elementi di qualità, il professor Cicatelli, pone ad esempio la maggior giovinezza dei docenti della scuola cattolica. «Certo si può scontare una loro inesperienza perché giovani – riconosce –, ma viene supplita da un entusiasmo e una voglia di fare che sono importanti per mettere in campo un’attenzione educativa verso i nostri

studenti». Senza dimenticare che «nelle nostre scuole si riesce a creare una vera comunità educativa tra i docenti». È cresciuta anche la quota dei docenti laici (cioè non eligiosi e religiose) che insegna nelle scuole cattoliche: «Siamo all’89,4% sul totale. E spesso tanti nostri docenti vincitori di concorso emigrano verso le scuole statali, portando con sè il patrimonio di esperienza maturata nelle nostre scuole». Infine il fronte dei genitori. «Scelgono la scuola cattolica – spiega il coordinatore scientifico del Cssc – perché la reputano proprio di qualità nel servizio offerto e non solo dal punto di vista didattico». Se sul fronte della qualità i 20 anni della legge 62/2000 trovano una scuola cattolica in 'buona salute', non lo si può dire sul fronte quantitativo. «Il primo decennio dopo il varo della parità scolastica – dice Cicatelli – ha visto una progressiva crescita della scuola paritaria, con l’adesione quasi totalitaria di quella cattolica. Da 2011, invece, siamo davanti a un progressivo e, sembra, inrrestabile calo su tutti i fronti». Le cifre sono da far tremare: in otto anni «abbiamo perso 1.416 scuole, pari al 15,1%. E nello stesso periodo (2011-2018) ci sono stati 170mila iscritti in meno, cioè il 23%». Dunque meno scuole e sempre più piccole visto che vi è anche un calo degli studenti. «A tutto questo vorrei sottolineare un dato che nessuno prende in considerazione, a iniziare dalle autorità – aggiunge Cicatelli –: in otto anni abbiamo perso 10.645 docenti, pari al 16,8%. Vuole dire oltre diecimila posti di lavoro, ma questo non sembra preoccupare».

Avvenire del 8 marzo 2020 - Enrico Lenzi