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Fondi Pon, polemiche sul nuovo rinvio per le paritarie

Il ministero: attendiamo risposte dall’Ue L’eurodeputato Morgano: si può già procedere

Ancora un passaggio a vuoto per l’assegnazione anche alle scuole paritarie dei fondi europei destinati al Programma operativo nazionale, noto con la sigla «Pon». Due giorni fa il Comitato di sorveglianza presso il ministero dell’Istruzione ha ribadito di essere «in attesa di una risposta europea» per poter procedere, ribadendo, comunque, la volontà di arrivare all’erogazione dei fondi anche a progetti presentati dagli istituti paritari. Il risultato concreto, però, è quello di assistere a un ulteriore rinvio. La vicenda nasce con la Legge di Stabilità 2017, che prevede l’in- tenzione di far partecipare anche le paritarie all’assegnazione dei fondi europei con i bandi per progetti che puntano a migliorare qualità e offerta educativa. Una volontà che per diventare realtà richiedeva, però, una correzione nell’accordo di Partenariato per il periodo 2014-2020 tra la Commissione europea e l’Italia, visto che il nostro Paese nel testo aveva inserito esplicitamente a suo tempo l’esclusione delle scuole paritarie dai bandi. Decisione quest’ultima, per lo meno sorprendente visto che la legge sulla parità scolastica era già in vigore allora da 14 anni. Inserita, quindi, nel testo la dicitura «sistema nazionale di istruzione» - che per la legge italiana 62/2000 è appunto composto da scuole statali e paritarie - il via libera europeo era stato incassato dall’Italia. Il progetto europeo prevede un investimento per 3 miliardi di euro nel periodo 2014-2020.

Era l’8 febbraio scorso quando il cambio nel testo è stato compiuto e accettato da entrambe le parti: Unione e Italia. Ma «da allora è iniziato un balletto incomprensibile » commenta Luigi Morgano, europarlamentare del Pse e segretario nazionale della Federazione che riunisce le scuole materne di ispirazione cristiana (Fism). «Aver modificato l’Accordo di Partenariato – spiega – era il passaggio fondamentale per estendere i bandi. Gli altri passi sono solo burocratici e conseguenziali ». Ma è proprio la burocrazia il «tallone d’Achille» dell’intera vicenda. Dal ministero dell’Istruzione si continua ad attendere risposte dall’Unione - «Ma quali e da chi?» domanda esterefatto l’europarlamentare Morgano, che sul tema si è mosso tra le Istituzioni a livello europeo - e così ancora una volta il tutto slitta a fine mese.

Tra il frustrato e il deluso, il commento di Maria Grazia Colombo, responsabile del settore scuola per il Forum delle Associazioni familiari. «Siamo davanti a rinvii incomprensibili – dice –, tanto da far pensare che la burocrazia riesca a prevalere sul volere politico ». E all’orizzonte vi è anche l’arrivo del nuovo governo - tecnico o politico - che potrebbe dilatare ulteriormente i tempi.

Avvenire del 10 maggio 2018

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