Seguici sui nostri social
Login

Luigi Berlinguer: lo Stato deve sostenere questi alunni. Sempre e dovunque

Con la legge 62/2000 si è creato «un unico sistema scolastico nazionale» e «non si possono fare trattamenti diversi»

Parla l'ex Ministro della pubblica istruzione

«Un alunno disabile va sostenuto dallo Stato ovunque sia iscritto: scuola statale o paritaria ». Non ha alcun dubbio Luigi Berlinguer, già ministro della Pubblica Istruzione dal 1996 al 2000 e 'papà' della legge 62/2000 sulla parità scolastica. Uomo appassionato della scuola e dell’università (è stato rettore all’ateneo di Siena), ancora oggi a 87 anni compiuti non si ritrae dal far sentire la sua voce in tema di politica scolastica, dopo essere stato deputato, senatore e parlamentare europeo. «Credo che si debba aprire un processo culturale e politico per risolvere questo aspetto sottoli- neato dall’Agesc con la sua iniziativa » prosegue Berlinguer.

Dunque, secondo il suo punto di vista, a prevalere deve essere il diritto dello studente disabile ad avere un sostegno pagato dallo Stato?

Dico che questo sostegno non può e non deve essere lasciato al 'buon cuore' di qualcuno, sia esso la famiglia, la scuola paritaria o qualche altro ente. È in gioco un diritto e lo Stato non può fare finta di niente. Ecco perché ritengo che si debba procedere su questa strada culturalmente e politicamente. Dove c’è un disabile spetta al potere pubblico intervenire e sostenere il suo diritto.

Nella legge sulla parità scolastica l’accoglienza di iscrizione di alunni disabili è una delle condizioni per vedersi riconosciuto lo status di paritaria. Ma non si parla di come lo Stato deve intervenire.

La legge 62/2000 è una delle leggi più importanti nella legislazione scolastica perché fissa un punto importante: esiste un unico sistema scolastico nazionale con gestori differenti che si occupano delle

scuole. Probabilmente nel 2000 non era chiaro l’intero percorso che si stava aprendo e occorre intervenire su questo punto. Ribadisco davanti al diritto dello studente disabile occorre avviare un percorso che porti alla soluzione del problema.

Ha qualche suggerimento da offrire?

Il suggerimento che mi sento di esprimere è proprio quello di avviare un confronto tra le forze politiche per arrivare a riconoscere in modo chiaro e definitivo che a prevalere deve essere il diritto dello studente disabile. I passaggi, gli accordi, gli aspetti economici spettano alla trattativa politica e con gli altri attori in causa.

A marzo 2020 la legge 62/2000 compirà vent’anni. Che bilancio ne fa?

Penso che sul tema della parità scolastica si siano fatti passi importanti e decisivi. Ma non basta.

Pensa all’aspetto economico?

Anche su questo sono le forze politiche a dover trattare e confrontarsi tra loro. È davvero un problema politico, in primo luogo. Di certo non si può dimenticare anche su questo tema il principio sancito dalla legge 62: un unico sistema scolastico, con diversi gestori di scuole.