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«Buona scuola» non sarà tutta da cestinare

Le parti su organico e alternanza apprezzate dal ministro Bussetti

Il nome di Marco Bussetti, come nuovo ministro dell’Istruzione, è tra quelli spuntati a sorpresa. Nato a Gallarate, in provincia di Varese, ha compiuto 56 anni lo scorso 28 maggio e fino a venerdì scorso ricopriva l’incarico di provveditore agli studi di Milano. Secondo il contratto di governo siglato da Lega (che lo ha indicato come proprio tecnico) e il Movimento 5 Stelle, spetta lui «consentire un necessario cambio di rotta» nella scuola italiana, dopo che, sempre secondo la nuova maggioranza, «in questi anni le riforme che hanno coinvolto il mondo scolastico si sono mostrate insufficienti e spesso inadeguate, come la cosiddetta “Buona scuola”, ed è per questo che intendiamo superarle con urgenza». Ma l’atteso 'smantellatore' della Buona scuola, targata Renzi-Giannini, non si può certo annoverare tra gli avversari della riforma varata nel 2015. In questi anni alla guida di uno dei provveditorati più grandi d’Italia, Bussetti si è espresso positivamente su diversi punti della legge 107. Ad esempio sull’alternanza scuola-lavoro, giudicata come «un’occasione per aprirsi al territorio e all’impresa». E anche sul piano di assunzioni di quasi 100mila nuovi docenti di ruolo, che a suo tempo vide una parte di loro doversi spostare anche di Regione per potersi prendere la cattedra, l’allora provveditore Bussetti espresse «comprensione per i disagi», ma al tempo stesso ricordava che lui stesso «fa il pendolare da Varese a Milano». E anche sull’organico potenziato (cioè docenti che il dirigente scolastico può chiamare direttamente prendendoli da un albo ufficiale per progetti specifici di quell’istituto), che il contratto di governo prevede di superare perché «strumento tanto inutile quanto dannoso», l’allora provveditore, commentando l’atteggiamento delle scuole, parlava di una prima fase «in cui si affronterà il tema con un’azione di difesa, ma che in futuro lascerà spazio a quella di attacco », cioè di prospettiva e di progetto.

Bussetti, che ha una laurea specialistica in Scienze e tecniche delle attività motorie presso la facoltà di Scienze dell’educazione all’Università Cattolica di Milano (con 100 con lode), è un conoscitore della macchina scolastica, avendo da tempo abbandonato l’attività docente, per intraprendere quella dirigenziale (è stato reggente del provveditorato di Monza dal 2011 al 2014, quando è giunto a Milano). Del resto, come si legge nel suo curriculum, ha conseguito anche un diploma di specializzazione conseguito al corso «Il dirigente pubblico a la gestione del personale: gli strumenti giuridici e manageriali» svoltosi a Bologna nel 2012/2013. Studi quanto mai utili per governare un ministero con quasi un milione di dipendenti complessivi e che spazia dalla scuola dell’infanzia alla ricerca, fino al mondo universitario.

Gestione e progettualità. Ecco due piste di lavoro a cui è chiamato il nuovo titolare del dicastero di viale Trastevere. Probabilmente, nonostante promesse, contratto e attese, ci vorrà un po’ di tempo per vedere 'l’azione riformatrice' di Bussetti. «Prima va costituita la squadra con cui lavorare» fanno sapere i suoi collaboratori, anche se sul suo tavolo al ministero ci sono già molti dossier (diplomati magistrali, concorso presidi, paritarie, sostegno agli alunni disabili, sicurezza nell’edilizia scolastica, per citarne alcuni) e appuntamenti incombenti, a iniziare dalla mobilitazione dei docenti universitari e la chiusura dell’anno scolastico con gli esami di terza media e la maturità. Insomma un avvio di fuoco per il ministro Bussetti, consapevole, però, che anche i passaggi più complessi, come disse in una intervista concessa ad Avvenire nel settembre 2015, «devono avere al centro i bisogni degli studenti e delle loro famiglie» e non soltanto quello della scuola. Un cambio di prospettiva, che ora approda al livello più alto del ministero dell’Istruzione. «Fare rete» è stato uno dei suoi inviti più ripetuti alla guida del provveditorato, ed è immaginabile che lo adotti anche in viale Trastevere.