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La scuola riapre nel caos vaccini «Chi non è in regola? Sta fuori»

Presidi e medici sulle barricate. Nelle aule si fa la “conta” - Accuse al governo e allarmi sulla salute: «Le aule non possono diventare reparti d’ospedale»

Prevedibile – e previsto – con l’inizio ufficiale della scuola, oggi al via in Alto Adige, ecco ripresentarsi il caos vaccini. Autocertificazioni (sì o no?), bambini non in regola (fuori o dentro?), responsabilità (dei genitori o dei presidi?). E sullo sfondo la polemica politica, lo sfogo di medici e pediatri per l’epidemia di morbillo ancora in corso, le proteste dei No vax, le decisioni di Comuni e Regioni.

Ieri è stata la giornata degli sfoghi, complice la ripresa dei lavori parlamentari in vista dell’approvazione del decreto Milleproroghe in cui rientra la contestata norma che proroga di un anno l’obbligo dei vaccini per l’iscrizione a materne e nidi (e su cui le opposizioni hanno annunciato barricate). Nelle audizioni in Commissione, alla Camera, è sfilato il fronte del “no” all’inversione di rotta annunciata dal governo, a cominciare dai presidi, mai così duri: «Va ritirato l’emendamento che rinvia l’applicazione dell’esclusione della frequenza per i bambini non vaccinati: se passa, abbiamo per questo anno scolastico un rischio di insicurezza per la salute » ha esordito il presidente dell’Associazione presidi, Antonello Giannelli. Sul tavolo la “ferita” nella legge Lorenzin tracciata dalla circolare ministeriale dello scorso luglio, secondo cui per entrare a scuola sarebbe sufficiente l’autocertificazione. Seguita dall’affer-mazione del neoministro della Salute Grillo circa la possibilità di “classi speciali” per i bambini che non possono vaccinarsi. «Questi ultimi sono 10mila, in Italia. E assegnarli a classi particolari non è possibile sia dal punto di vista organizzativo sia perché significa è una forma di segregazione che ripugna». La ricetta? Una sola, drastica: impedire l’ingresso ai bambini non vaccinati «anche perché, al di là di questo aspetto deontologico, non si può fare a livello pratico: la scuola non è un reparto d’ospedale » tuona Giannelli.

Sulle barricate anche i medici, a cominciare dalla Federazione nazionale medici chirurghi e odontoiatri (Fnomceo): «I medici considerano non giustificabile il rinvio dell’obbligo di presentare la certificazione della vaccinazione per l’iscrizione all’anno scolastico 2018-2019» sottolinea il presidente Filippo Anelli, che alla Camera ha portato con sé un documento approvato già nel 2016 in cui i medici auspicavano il ripristino dell’obbligo vaccinale. L’allarme dei camici bianchi si è focalizzato soprattutto sul morbillo: 14.451 i casi segnalati in Europa nel 2017, che hanno causato 30 decessi. Erano stati 4.643 nel 2016 «e in questa classifica ben poco gloriosa l’Italia è al secondo posto, con 5.004 segnalazioni. Né va meglio nel 2018: in Italia, dal primo gennaio al 30 giugno, sono stati 2.029 i casi segnalati» ha ricordato Anelli. Di questi, il 91,3% si è verificato in soggetti non vaccinati, il 5,4% in chi era stato sottoposto solo alla prima dose. Numeri che parlano chiaro. Nel tardo pomeriggio, mentre da Nord a Sud si fa la conta dei bambini “sospesi” (136 tra nido e materna a Bologna, 70 a Padova tra le proteste accese dei genitori) e si inoltrano “solleciti” (600 a Milano, 82 a Brescia, ed è solo la punta dell’iceberg), a tornare sulla questione è il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, con una dichiarazione destinata a non placare affatto gli animi: «Tutto mi sembra chiarito in tema di vaccini. L’autocertificazone è un documento la cui responsabilità è di chi lo presenta».

Avvenire del 5 settembre 2018