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Maturità, simulazioni al via

È la prima volta nella storia dell’esame. Previste quattro giornate fino ad aprile Il ministro Bussetti: «Le prove rispetteranno l’effettiva preparazione dei ragazzi»

Sul sito del Miur saranno pubblicate tracce simili a quelle di giugno. Ma i ragazzi non sono tranquilli: il 59% è convinto che, quest’anno, con la prova multidisciplinare, l’esame sarà più difficile.

Al via le simulazioni della Maturità 2019, che prevede diverse novità, introdotte dal decreto legislativo 62 del 2017, su tutte la seconda prova multidisciplinare. È di ieri mattina la circolare del Ministero dell’Istruzione con le date e le indicazioni operative per lo svolgimento delle prove simulate nelle scuole. Non un obbligo ma un’opportunità per i singoli istituti, che decideranno se e come utilizzare i materiali messi a disposizione, «nell’ambito della loro autonomia » , precisa una nota del Miur. Quattro le giornate individuate per questa sorta di “allenamento” all’esame di Stato di giugno, una “prima volta” assoluta per la scuola italiana: 19 febbraio e 26 marzo, per la prima prova scritta; 28 febbraio e 2 aprile per la seconda prova scritta. In queste giornate, alle 8,30, il Miur pubblicherà sul proprio sito, nella sezione “Esami di Stato”, esempi di tracce per tutti gli indirizzi di studio, tenendo conto delle materie individuate per l’esame lo scorso 18 gennaio. Nei giorni successivi alla pubblicazione degli esempi di prove, sarà poi effettuata, su un campione significativo di scuole, un’indagine che servirà a raccogliere riscontri sulla coerenza delle tracce proposte rispetto ai quadri di riferimento, alle Indicazioni nazionali e alle Linee guida. «L’indagine avrà l’obiettivo di verificare l’andamento delle simulazioni per poter disporre di elementi utili a garantire una ottimale preparazione delle tracce di esame», precisa un comunicato del Ministero.

Come specificato anche in una circolare del direttore generale del Miur, Maria Assunta Palermo, inviata a tutti i dirigenti scolastici, sono tre le finalità di queste simulazioni: dare modo agli studenti di confrontarsi con una prova che ricalca, per struttura, tipologia e, quando possibile, anche tempi di svolgimento, la situazione dell’esame; permettere ai docenti di acquisire elementi utili nel percorso di avvicinamento alla maturità e di iniziare a confrontarsi con le griglie di valutazione delle prove scritte e con il loro utilizzo; infine, permettere al Miur di acquisire elementi di valutazione utili per meglio organizzare la redazione delle tracce delle prove di esame.

«Stiamo lavorando per un Esame che rispetti la preparazione affrontata in questi anni dai ragazzi», ricorda il ministro Marco Bussetti.

Parole che vogliono rassicurare gli studenti, «spaventati» dal nuovo esame, che prevede una seconda prova scritta con Greco e Latino insieme al Classico e con Matematica e Fisica allo Scientifico. Una scelta che, secondo un sondaggio online promosso da Skuola.net, non incontra il favore dei ragazzi. Il 59% degli intervistati pensa che l’esame sarà «più difficile» di quello degli anni scorsi. Solo il 29% crede che, alla fine, sarà «più semplice». Il 12%, invece, sostiene che i cambiamenti saranno «ininfluenti ». Ma, se ci si concentra su alcuni indirizzi, i numeri cambiano eccome: al Liceo Scientifico, oltre 7 studenti su 10 - il 72% - non vedono spunti per essere ottimisti. Oltre la metà degli intervistati - il 52% - non pensava, in ogni caso, di trovare al primo colpo la doppia materia in seconda prova (anche qui, allo Scientifico il 62% dei ragazzi ha sperato fino all’ultimo che ciò non accadesse). La conseguenza è che in tantissimi (63%) bocciano la decisione, considerata «pessima» e «poco tempestiva». Mentre il 24%, forse già rassegnato all’idea, la ritiene tutto sommato «giusta». «Indifferente» il 12%, per cui ciò non determinerà la maggiore o minore difficoltà dell’esame.

Le prove miste sono, invece, apprezzate dai dirigenti scolastici, che vedono nella nuova impostazione dell’esame di maturità «l’occasione per misurarsi con quella didattica per competenze verso la quale lo scenario educativo internazionale si orienta da molto tempo, utile ad affrontare un contesto sociale sempre più complesso», si legge in una nota dell’Associazione nazionale presidi.