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L’emergenza sanitaria? Una opportunità di rilancio

La pandemia ha messo in evidenza i limiti della scuola italiana, ora occorre agire nella giusta direzione

Una scuola di qualità attraverso il consenso delle famiglie e la loro partecipazione

Carissimi Soci e Genitori,
al termine del mio mandato di presidente nazionale Vi raggiungo con alcune riflessioni su questo periodo che abbiamo vissuto e stiamo ancora attraversando.
Un nuovo anno scolastico è stato avviato, siamo pieni di speranze per il futuro ma al tempo stesso temiamo si possa ripetere quanto abbiamo passato negli ultimi due anni. Viviamo questi giorni nella speranza che le esperienze trascorse consentano al mondo della scuola ma anche alla nostra società di garantire più sicurezza nello svolgimento delle attività che ci vedranno impegnati, nella Scuola e nella vita quotidiana.
Un primo elemento positivo in questo periodo di emergenza è che la presenza dei genitori nella scuola è tornata ad essere importante. Lo è stata durante il distanziamento dei nostri figli dai compagni di classe e dalla vita nella scuola grazie al ruolo di sostegno e accompagnamento nell’isolamento dei nostri figli e nell’uso della DAD, lo è maggiormente oggi perché il ruolo della famiglia nell’esito scolastico degli alunni è stato rivalutato. L’alleanza della scuola con la famiglia è alla base del successo scolastico dei figli.
Un secondo elemento è costituito dalla presa di coscienza che la scuola italiana, specie quella statale, ha mostrato tutti i suoi limiti nel fornire adeguate risposte educative ed ha bisogno di maggiori attenzioni e risorse, non solo economiche, per essere una scuola di qualità. Al tempo stesso la visione statalista della scuola ha finalmente dovuto fare i conti con la incapacità di dare risposte educative adeguate solamente da parte delle istituzioni pubbliche. L’intera società deve essere coinvolta in questa opera. Partendo dalla società civile si può ricostruire una scuola di qualità che sia in grado di dare risposte educative alle proprie comunità nell’autonomia e rispettando la libertà di insegnamento e la libertà di scelta educativa.
Il richiamo della Gravissimum Educationis risuona attualissimo “Il compito educativo, come spetta primariamente alla famiglia, così richiede l'aiuto di tutta la società. Perciò, oltre i diritti dei genitori e di quelli a cui essi affidano una parte del loro compito educativo, ci sono determinati diritti e doveri che spettano alla società civile, poiché questa deve disporre quanto è necessario al bene comune temporale.”
Ripartire da una rinnovata alleanza con i gestori delle nostre scuole cattoliche e paritarie e con i dirigenti scolastici e da una presenza attiva nella Scuola oggi: sono queste le condizioni alla base del rilancio della scuola italiana, perché una scuola di qualità e una proposta educativa significativa passano attraverso il consenso delle famiglie e la loro partecipazione attiva.
Ma un profondo rinnovamento della Scuola necessita di maggiori risorse, umane e materiali. Servono risposte normative adeguate a garantire un numero di insegnanti abilitati per l’intero sistema nazionale d’istruzione, una maggiore autonomia delle scuole statali anche nell’arruolamento dei docenti e un sistema di finanziamento delle scuole non statali che consenta la libertà di insegnamento e la libera scelta delle proposte educative da parte delle famiglie, senza vincoli economici.
Ci aspetta quindi una sfida, quella di pensare e aiutare a realizzare la Scuola dopo l’emergenza. Serve ripartire dalla presenza attiva nelle nostre scuole.
In questi 42 mesi da presidente gli ultimi 18 sono stati caratterizzati dalla pandemia che ha segnato profondamente il nostro impegno associativo, limitato dai vincoli sanitari, ma che può essere una opportunità che ci consegna una prospettiva di azione e sviluppo del nostro impegno nell’ambito educativo.
Il Santo Padre ci ha richiamato ad un nuovo patto educativo «Nell’educazione abita il seme della speranza: una speranza di pace e di giustizia. Una speranza di bellezza, di bontà; una speranza di armonia sociale».
Nutrendo questa Speranza Vi invito a ripartire, tutti insieme. Buon lavoro in AGeSC e nelle nostre scuole.