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Festa di Halloween? No, grazie. Ecco perché preferiamo i valori veri di Ognissanti

Roma - Per i cristiani i morti non tornano in terra a spaventare i vivi, le celebrazioni dell’1 e 2 novembre devono ricordare la comunione tra vivi, santi e morti.

«Riteniamo sia compito primario della famiglia vigilare su quanto viene propinato all’infanzia creando condizionamenti in aperto conflitto con la libertà della fede cristiana – afferma Roberto Gontero presidente Agesc – e spieghiamo ai bambini la differenza tra i due modi di ricordare i defunti. Incontrando una zucca accesa, non dimentichiamo di rappresentare il significato cristiano della Festa di Ognissanti e del valore della comunione con chi è andato avanti». Le origini di halloween risalgono alle antiche tribù celtiche. Il nome anglosassone deriva da ’hallow’, cioè ’santo’ e da ’even’, contrazione di ’evening’ cioè ’sera’. Dunque notte dei santi. Il 1° novembre la Chiesa celebra la Festa di Ognissanti e il 2 novembre la commemorazione dei defunti. I santi non sono solo quelli canonizzati ma tutti coloro che hanno lasciato l’esistenza terrena e godono della visione di Dio, mentre i morti sono coloro che hanno raggiunto la salvezza eterna e si stanno preparando alle beatitudini.
Viviamo in una società secolarizzata per la quale queste ricorrenze sono già criticizzate. Quello dei morti è diventato un 'ponte' da trasformare in vacanza. Ma la festa di halloween, con il suo immaginario stregonesco e luciferino, è un contesto che, come cristiani, non ci appartiene proprio. Halloween vuole placare anime in pena, tornate sulla terra sotto forma di fantasmi, streghe e demoni, con dolcetti. Per far fuggire queste creature dell’ occulto ecco travestimenti spaventosi e zucche accese ( Jack-o-lanterns) . Ma per noi cristiani i morti non tornano in terra a spaventare i vivi. Le commemorazioni dell’1 e 2 novembre dovrebbero ricordarci la comunione tra vivi, santi e morti. Esorcizzare la paura della morte fa parte della storia dell’uomo ma halloween è un rito 'magico', diametralmente opposto a quello religioso. Nel primo l’uomo sfida Dio e cerca di piegare a proprio uso e consumo, senza alcuno sforzo personale, le forze superiori e Dio stesso, nel secondo è l’uomo che si inchina alla volontà di Dio e collabora al suo progetto, anche con sacrificio personale. I simboli di halloween hanno larga presa sull’immaginario infantile, già bombardato da film e giochi dove si ottiene tutto senza fatica. Al contrario dei santi, pronti a sacrificarsi per la difesa dei valori alti. Non trascuriamo, come genitori cattolici, le insidie di questa espressione del pensiero unico. Con la facilità ad ottenere qualunque cosa senza sforzo, passa il principio che l’interesse personale vale sopra ogni altro e magari, senza voler esagerare, il fascino dell’occulto e delle forze del male può arrivare, raggiunta l’età adulta, ad arricchire la maga di turno, professionista della Tv. Con il battesimo dei nostri figli ci impegniamo a tenerli lontani da Satana. Una promessa che rinnoviamo nella veglia pasquale. Possiamo poi travestirli da maghetti e streghe e mandarli di casa in casa a chiedere 'dolcetto o scherzetto'?