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Buona scuola, tempi troppo stretti per le osservazioni. Tradita l’urgenza educativa

Gontero alla Camera per illustrare il parere dell’AGeSC sugli otto decreti attuativi della legge 107/2015, ma per la fretta si rischia di vanificare il confronto

Oggi il Presidente nazionale dell’AGeSC Roberto Gontero parteciperà alle audizioni parlamentari presso la VII Commissione cultura della Camera dei deputati per portare ai legislatori il parere dei genitori di scuola cattolica sugli 8 decreti legislativi approvati dal Consiglio dei Ministri in attuazione della legge 107/2015 della Buona scuola. L’esame dei decreti - arrivati tutti insieme al limite della scadenza dopo un anno e mezzo - rischia di creare problemi di ingorgo istituzionale: Camera e Senato devono dare il loro parere entro il 17 marzo, il governo deve poi risistemarli prima di portarli alla firma del presidente Mattarella entro il 17 aprile. Ai soggetti della scuola, come i genitori dell’AGeSC, è stata lasciata una sola settimana di tempo per esaminare i decreti e portare il proprio parere e le proposte di modifica nelle Commissioni parlamentari: in questo modo il metodo democratico di confronto fra istituzioni e società viene vanificato dalla mancanza di tempi adeguati. Gli otto decreti riguardano importanti ambiti del sistema scolastico: scuola dagli 0 ai 6 anni, istruzione professionale, formazione e reclutamento docenti, diritto allo studio, inserimento disabili, valutazioni ed esami, scuole all’estero, promozione della cultura umanistica. Manca ancora il decreto relativo alla stesura di un testo unico per l’istruzione, importante per delineare il quadro complessivo del nostro sistema scolastico.

«L’AGeSC ritiene innanzitutto che la spinta al rinnovamento della scuola italiana – afferma Roberto Gontero, presidente nazionale – ancora oggi ai livelli più bassi nelle graduatorie internazionali, e contenuta nelle prime proposte della Buona Scuola, sia stata tradita in parte dal testo approvato della legge 107 e ancor più dai decreti ora all’esame: essi infatti non fanno altro che fotografare l’esistente, inquadrandolo nella normativa senza proporre sviluppi veramente innovativi, anzi imponendo in alcuni casi degli arretramenti soprattutto per quanto riguarda il pluralismo scolastico, che è invece la prima condizione indispensabile per rispondere alle urgenze educative di oggi». Entrando nel merito di due decreti, l’Associazione ritiene che, per quanto riguarda il sistema scolastico integrato dagli 0 ai 6 anni, sia necessario garantire la presenza delle scuole paritarie e dei suoi organismi nelle fasi di intesa e proposta sul sistema stesso, e prevedere il diretto coinvolgimento dei genitori in queste strutture che accolgono i figli in un’età così delicata. Per quanto invece concerne il decreto sull’istruzione professionale, l’AGeSC rileva come esso non risolva il problema del conflitto di competenze tra Stato e Regioni, che ha creato finora una grande disparità di risultati sul territorio nazionale, e soprattutto faccia fare un passo indietro al pluralismo dell’offerta formativa, cancellando il principio di sussidiarietà integrativa (e non sostitutiva) con cui era finora previsto l’intervento degli istituti statali nel campo dell’istruzione e formazione professionale.