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School bonus: magro bilancio. In tutta Italia non si arriva a centomila euro

Doveva rappresentare un modo innovativo di sostenere le scuole, anche paritarie, ma si sta rivelando un vero e proprio fallimento. Finora le donazioni liberali in tutta Italia sono una trentina

Qualche decina di donatori in tutta Italia. L’immagine della grande aiuola circondata da bambini sorridenti con la scritta “grazie” non ha evidentemente funzionato. Lo School Bonus è un’importante agevolazione fiscale, introdotta dalla legge 107/2015, che incentiva donazioni liberali a favore di tutte le scuole, per realizzare investimenti previsti dalla norma. La modifica introdotta con la legge di bilancio 2017 rende effettivamente fruibile questa opportunità anche per le scuole paritarie. Per quest’ultime le donazioni vanno versate direttamente alle scuole, mentre per le statali il percorso è più tortuoso: versamento alla Tesoreria dello Stato, che passa al Ministero delle Finanze, poi alla Ragioneria, al Miur e infine alla scuola destinataria, decurtato del 10% che finisce in un fondo destinato a scuole meno “fortunate”. In ogni caso su oltre 8.500 scuole le donazioni a inizio 2017 non arrivavano a 30. Quattro imprese hanno donato 10mila euro. Nove donazioni sono sotto i 100 euro e 13 sono tra i 100 e i 500 euro. Con le donazioni si può partecipare alla manutenzione o alla creazione di strutture scolastiche come palestre, mense, laboratori linguistici o informatici, e molto altro. I donatori possono beneficiare di un credito d’imposta fino a 100mila euro. Nonostante questo possiamo dire che lo school bonus ad oggi è stato un vero flop. Forse la novità non è stata pubblicizzata a sufficienza e certo la complessità dell’iter per il versamento alle statali non è incoraggiante. Magro bilancio anche per le paritarie, che godono del versamento diretto, cui la scuola sottrae il 10% da destinare al fondo statale. Nel frattempo parecchie scuole cattoliche hanno chiuso o stanno chiudendo, a volte proprio per incapienza economica di fondi da destinare ad adeguamenti degli immobili che la legge, o la sicurezza, prevedono. «La scuola italiana ha un grande bisogno di autonomia – spiega Roberto Gontero presidente Agesc – di libertà dallo statalismo e dal corporativismo. Ha necessità di connessione, non solo digitale, ma territoriale. In questo senso lo strumento dello School bonus potrebbe costituire un’arma formidabile di intercettazione di risorse». Diventa necessario che i direttori delle scuole pubbliche paritarie attivino tutte le azioni possibili per incentivare le donazioni, anche con proposte creative, che possano spalmare l’opportunità su tutte le famiglie. Il credito d’imposta per il donatore è del 65% nel 2017 e 50% nel 2018. Ogni famiglia oggi è raggiungibile dalla scuola grazie ad un indirizzo elettronico. E dietro le famiglie si celano professionisti e imprese. Serve quella sussidiarietà reale di cui abbiamo urgenza. Lo stesso cardinale Bagnasco ha invitato docenti e genitori a smettere di lamentarsi e partecipare attivamente alla vita della scuola. Lo School bonus è uno strumento di partecipazione economica, il progetto Immischiati del Forum, di cui Agesc fa parte, lo è per la corresponsabilità educativa. Diamoci tutti da fare.