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Il mandato speciale di Papa Francesco ai genitori: “missionare” nelle scuole

Il richiamo del Pontefice a Genova a non essere “turisti della vita” ma protagonisti investe con forza tutte le famiglie Il presidente Gontero: mettiamoci in gioco ogni giorno per tornare ad educare

«Le parole di Papa Francesco ai giovani a Genova hanno scosso profondamente anche la vita degli adulti, di noi genitori in particolare, proprio per il richiamo forte a quanto aveva espresso ad AGe-Sc nel corso dell’udienza del 2015» riflette Roberto Gontero, presidente nazionale. Nel corso dell’udienza Francesco ha investito l’AGeSC di un mandato speciale: portare nelle nostre scuole storia e testimonianza, perché la scuola sia all’altezza del compito educativo assegnato. «Il Papa ci ha affidato una nuova mission: essere nelle scuole cattoliche per qualificarne la presenza, il servizio, l’azione e gli obiettivi educativi: 'Come genitori, siete depositari del dovere e del diritto primario e irrinunciabile di educare i figli – aveva detto Francesco –. Spetta a voi il diritto di richiedere un’educazione conveniente per i vostri figli, un’educazione integrale e aperta ai più autentici valori umani e cristiani, in particolare quando l’educazione che propone si esprime come cattolica. Dunque essere educatori secondo il cuore di Dio e della Chiesa'».

È racchiuso in questa sfida l’incipit di ogni azione educativa del nostro mandato di genitori. Rivolgendosi ai giovani il Papa ha coniato un verbo nuovo: “missionare”. «Occorre guardare con occhi nuovi tutto: la famiglia, la città, la vita, ogni cosa – ha detto –. Dobbiamo riflettere sulla sequenza dei luoghi in cui svolgere la nostra missione di cristiani: prima la famiglia, luogo in cui vengono testimoniati i valori fondamentali dell’educazione; poi la cittadinanza, dove ognuno deve sentirsi coinvolto in prima persona con responsabilità; la vita e ogni cosa, cioè quel tutto che non è parte di noi, ma siamo noi in ogni azione del quotidiano ». Un richiamo forte ad essere protagonisti e non “turisti della vita”. In modo semplice Gesù ci ha detto: «Io sono lì, nella persona che incontrate». La forza della parola di Francesco penetra la nostra quotidianità e chiede una trasformazione di comportamento: «Siate testardi nella speranza». «Com’è grande questo Papa – sottolinea Gontero – che mentre sceglie le parole per parlare ai giovani seguendo il loro modo di comunicare, “turbolento e allegro” (Bagnasco), arriva dritto al cuore della generazione di padri e madri in ascolto». Testardi nella speranza per non perdere mai di vista l’orizzonte, perché il discepolo di Gesù ha lo stesso cuore del navigatore. «Mettiamoci in gioco ogni giorno per tornare ad educare – conclude Gontero – affrontando tutti i temi “difficili” che ci pongono i nostri ragazzi: la terribile Blue Whale, che induce nella rete al suicidio, ma anche dipendenze e educazione affettiva. Costruiamo con loro il volontariato: a scuola, in oratorio, nei campi estivi, nel servizio civile, per dare pieno senso ad una ’vita buona. Serve ricostituire il patto educativo che si è rotto, lavorando in associazione con tutte le realtà che si occupano di educazione, lasciando da parte moralismi ed ipocrisie per costruire un progetto educativo comune, quel villaggio che serve per educare un figlio».