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La politica crede al «valore della parità»? Deve dimostrarlo con le scelte che opera

Il contributo dell’Agesc al XIX Rapporto sulla Scuola Cattolica in Italia. Galantino, segretario Cei: «Una parità giuridica non accompagnata da una parità economica è formale e non sostanziale»

“Il valore della parità” è il titolo del XIX Rapporto sulla Scuola Cattolica in Italia, «un titolo sul quale vale la pena soffermarsi - come ha affermato monsignor Nunzio Galantino -: esso gioca intenzionalmente sull’ambiguità del concetto di valore, interpretabile in termini materiali ed economici oppure in termini più ideali. Credo che sia giusto tenere insieme i due significati del termine, perché non si può ridurre tutto a una questione di soldi, né si può fare solo un discorso teorico sui benefici del pluralismo educativo senza fare i conti con i costi di un tale sistema. Il Rapporto ci consente di tenere uniti i due aspetti».

Presentato in un incontro con il Segretario della Cei e la Ministra, Valeria Fedeli, riteniamo utile parlare ancora del Rapporto in quanto è un importante contributo alla comprensione delle problematiche che interessano una parte del sistema nazionale di istruzione, quella paritaria che offre il proprio servizio educativo ad oltre il 10% degli studenti italiani.

I vari aspetti del tema sono presentati da esperti - fra cui anche due piccoli contributi dell’Agesc - che danno un quadro preciso della situazione di difficoltà in cui vive la scuola paritaria, ma anche indicazioni su possibili soluzioni. Dal Rapporto e dai dati presentati emerge chiaramente che se vogliamo salvare la libertà di scelta educativa dei genitori ed il pluralismo scolastico - due elementi essenziali di una reale democrazia - è necessaria una svolta decisa nelle politiche scolastiche del nostro Paese.

Bisogna portare a compimento «il sistema di istruzione e formazione – come ha detto monsignor Galantino – che rimane incompiuto sotto diversi aspetti: è incompiuta l’autonomia, che ancora risulta sotto una forte tutela dell’amministrazione statale; è incompiuta la parità, che a 17 anni dalla legge istitutiva è ancora solo una dichiarazione nominale: una parità giuridica non accompagnata da una parità economica è formale e non sostanziale; è incompiuta la libertà di scelta educativa, che troviamo in tutti i documenti internazionali e nella Costituzione italiana, ma che risulta essere solo un enunciato teorico non accompagnato da strumenti concreti che rendano effettivo questo diritto».

A completamento del quadro, il segretario della Cei ha anche ricordato «la condizione di emarginazione della formazione professionale, ulteriore possibilità di scelta educativa che viene di fatto negata in tutte quelle Regioni che hanno deciso di non attivare i relativi percorsi».

Ci attendiamo che le promesse di intervento della Ministra Fedeli e in genere della politica non si limitino a piccoli ritocchi che finora non hanno frenato la crisi, ma si trasformino in provvedimenti decisivi come quelli che il Rapporto suggerisce. Purtroppo da quel che si legge nella manovra di stabilità 2018 il Governo non sembra aver preso coscienza della drammatica situazione del sistema paritario: quanto fatto per le scuole dell’infanzia paritarie nel 2017 è già stato cancellato nel bilancio 2018. In questo modo si nega «il valore della parità».