Seguici sui nostri social
Login

«È necessario educare i giovani alla bellezza con opere ispirate alla fede»

I Salesiani di Castello di Godego (Treviso) portano Giotto a scuola insieme all’alternanza scuolalavoro. Un’esperienza da cui è nata una mostra, aperta fino al 31 dicembre, già visitata da 10mila persone

Rimarrà aperta fino al 31 dicembre la mostra itinerante “Il vangelo secondo Giotto”, inaugurata il primo dicembre presso il teatro dell’Istituto Salesiano “Enrico di Sardagna” a Castello di Godego nel trevigiano. Si tratta di una straordinaria iniziativa che da una parte rende disponibile in scala 1:4 la fedele riproduzione delle pareti della cappella degli Scrovegni, che Giotto affrescò oltre sette secoli fa: una grandiosa Biblia pauperum dove umano e divino sono perfettamente fusi. «Abbiamo sposato questo progetto con la finalità di educare i nostri giovani alla bellezza – sostiene don Fabio Maistro, salesiano di Don Bosco e referente della mostra – grazie ad un’opera magna ispirata alla fede. Avevamo già quest’idea e la proposta del curatore, professor Roberto Filippetti, è arrivata a fagiolo. Ne è nato un progetto di grandi dimensioni, che coinvolge tutti i nostri ragazzi e venti giovani delle scuole superiori del territorio in regime di alternanza scuola-lavoro. Gli studenti più grandi svolgono vari ruoli per la fruizione dell’esposizione, compreso quello di guide».

Organizzata nel 750° anniversario della nascita di Giotto, la mostra rende apprezzabile lo sguardo sugli affreschi che il pittore e architetto realizzò nella piccola chiesa romanico-gotica nel cuore di Padova, intitolandola a Santa Maria della Carità. Dopo il restauro del 2002 le pitture sono tornate al trecentesco splendore, ma per ragioni conservative si possono ammirare solo per pochi minuti. Al Sardagna di Castello di Godego gli affreschi possono essere ammirati a lungo e apprezzati in ogni particolare dei tre temi principali: 12 episodi della vita di Gioacchino ed Anna, altrettanti della vita di Maria e della morte e resurrezione di Cristo. «Giotto parla a tutti, compresi i bimbi delle materne – conferma don Fabio – con risultati commoventi. Il bilancio è molto positivo. Alla fine del mese 10mila persone avranno visitato la mostra, realizzata grazie alle sinergie tra scuola, Regione, comuni, ragazzi, famiglie e sponsor come Banca Mediolanum, mentore di un’attività nata per ammirare l’opera creata da Giotto grazie al banchiere Scrovegni». Singolare la ricerca di integrare la bellezza dell’arte e la formazione dei giovani anche con l’alternanza scuola-lavoro. Senza dimenticare che Giotto e Dante sono all’apice di una cultura in cui ogni particolare partecipa ad un ordine che tutto abbraccia. «Fondamenti decisivi per l’educazione – conclude Roberto Gontero presidente nazionale Agesc – in un progetto della scuola salesiana il cui carisma educativo apprezziamo da sempre, che valorizza anche le famiglie che partecipano alla vita associativa di Agesc nell’Istituto diretto da don Loris Biliato. La mostra è una sorta di specimen, una linea guida per progetti dello stesso valore educativo e culturale».

La mostra è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30. Sabato e domenica dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 19.