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Sicilia, proposta di legge per il diritto allo studio e la corresponsabilità educativa

La Sicilia è l’unica regione d’Italia a non avere una legge sul diritto allo studio

Una legge regionale per il diritto allo studio è la proposta che Agesc Sicilia ha portato al tavolo del Forags organizzato a Palermo lunedì scorso. Scopo del Forags è favorire il dialogo e il confronto fra l’Ufficio scolastico regionale e le realtà associative dei genitori e delle famiglie delle quali esprime le esigenze, anche formulando proposte e pareri sulle iniziative attinenti la formazione e l’istruzione in Sicilia. Il convegno “Scuola, famiglia e società” ha costituito un primo momento di confronto ed un’occasione per ragionare insieme sugli scenari futuri della scuola siciliana, a partire dall’analisi delle principali tematiche che interessano gli studenti e i loro genitori. Primo obiettivo: chiedere alle istituzioni competenti di avviare una serie di incontri al fine di dotare la Sicilia di una legge che dovrebbe muovere dai principi costituzionali e statutari, in un sistema con al centro la persona.

«Durante gli ultimi sette anni di impegno nell’Agesc – afferma Maurizio Nobile vice presidente Agesc regionale e delegato del Congresso – partecipando a tutti gli ambiti dove è presente l’associazione, ho sempre evidenziato che la Sicilia è l’unica regione d’Italia a non avere una legge sul diritto allo studio. Sono venuto a conoscenza di almeno 5 bozze di legge fatte nel 2011, 2012, 2013, 2014 e 2016 da diverse forze politiche che si alternavano alla gestione politica della regione a statuto speciale».

La legge dovrebbe essere coerente con la normativa nazionale e con il quadro europeo. All’istruzione ed alla formazione dovrebbero essere attribuite giusta valenza, per uno sviluppo equilibrato della società e dell’economia regionale. La proposta di legge prevede una visione organica del sistema, nella prospettiva dei nuovi diritti educativi e formativi dei cittadini, per una concezione attiva e propositiva, quindi non solo formale, del ruolo della Regione. Un impianto normativo che dovrebbe promuovere la valorizzazione della corresponsabilità educativa famiglia - scuola.

«Le politiche di sviluppo dovrebbero comportare l’adozione di un piano triennale del sistema educativo-formativo regionale – continua Nobile – e dovrebbe essere prevista una conferenza regionale dell’istruzione come luogo privilegiato di confronto e concertazione».

Agesc ha chiesto a tutti i componenti del Forags di portare al tavolo tutte le problematiche, attivandosi successivamente per chiedere alle istituzioni la creazione di un gruppo di lavoro sul diritto allo studio e sul costo standard di sostenibilità. «Con questo nuovo governo regionale – aggiunge Nobile – sembrano esserci i presupposti per raggiungere l’obiettivo. Già a seguito della legge 65/2017 sul sistema integrato 06 anni si è cominciato a lavorare in questa direzione. Speriamo si approdi finalmente – conclude il presidente nazionale Giancarlo Frare – ad una presenza plurale nella scuola ed alla effettiva applicazione della libertà di scelta educativa, senza limiti economici per le famiglie, superando le barriere ideologiche che da decenni impediscono una crescita “normale” della scuola tutta».