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Giornata della Memoria: perché in Italia troppo spesso si dimentica la storia

Come ottant’anni fa si cerca un 'nemico', e se non c’è si inventa. La realtà è più complessa. Le nostre paure nascono da una crisi valoriale prima che economica e la ripresa deve partire anzitutto dalla scuola.

Oggi a Roma, alla Camera dei Deputati, si svolge il convegno 'La didattica della Shoah', organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Miur.

Nel corso dell’evento è prevista la presentazione del Portale nazionale delle buone pratiche, dove saranno pubblicate, per la loro divulgazione, le buone pratiche nazionali per l’educazione alla Shoah nelle scuole. All’interno del medesimo Portale verranno condivisi materiali didattici utili al corpo docenti, alle studentesse e agli studenti. È prevista pure la realizzazione di una 'mappa' contenente le attività e gli eventi correlati all’educazione alla Memoria.

La ricorrenza del Giorno della Memoria, che è stato istituito in Italia con la legge 211 del 20 luglio 2000 «al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio e a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati» (art.1), arriva in un momento delicato per il nostro Paese e per l’Europa.

Infatti, dal dibattito politico scaturito intorno al provvedimento denominato 'Reddito di cittadinanza' e alla possibilità di beneficiarne da parte di cittadini stranieri residenti e da cittadini italiani senza fissa dimora, appare drammaticamente evidente come sembra trascorso invano l’ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia, che lo scorso anno aveva visto la promozione di un intenso programma di attività nelle scuole italiane.

Ma come possono gli adulti rendersi credibili agli occhi delle nuove generazioni, se sono i primi a dimenticare ciò che è accaduto nel passato? Ogni anno inizia profeticamente con la Giornata della Memoria a cui fa seguito la Giornata del Ricordo, due ricorrenze che rappresentano un monito alle generazioni presenti sugli errori e orrori della guerra e delle persecuzioni. Ciò nonostante, si avverte come a volte il tempo e la storia trascorrano, per alcuni, inutilmente.

Come ottant’anni fa si cerca un 'nemico', e se non c’è si inventa. Un nemico che scatena l’invasione di immigrati, che danneggia i nostri interessi economici e politici. Un nemico da combattere. La realtà è più complessa. Le nostre paure nascono da una crisi valoriale prima che economica. Una ripresa economica è importante per dare risposte occupazionali ai nostri cittadini, specie ai giovani. Ma una ripresa dei valori di convivenza e accoglienza è fondamentale per dare fiducia a una società in crisi. E deve partire dalla scuola.