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Riscoprire la figura del padre, baluardo nel caos esistenziale

Lo psichiatra Colombo e l’arcivescovo Castellucci, approfondiscono un tema centrale nell’educazione che le famiglie trasmettono ai figli. «Il papà aiuta a staccarsi dalla fanciullezza e a prendersi responsabilità»

Il 19 marzo è stata una giornata importante per ogni famiglia: si è “celebrato” il papà. Ne abbiamo parlato con uno psichiatra e un arcivescovo. A parere del dottor Maurizio Colombo, psichiatra ed educatore del Csi, la figura tradizionale del padre ha subito negli anni una profonda e peggiorativa ridefinizione. Nel periodo infantile rappresenta l’unico baluardo volto a fronteggiare il caos inquietante dell’esistenza. Un fondamentale equilibratore, senza il quale specialmente i maschi tendono a sviluppare atteggiamenti aggressivi, violenti ed antisociali derivanti dall’insicurezza causata dall’assenza di questa figura rassicurante. Per le bimbe, invece, consente di individuare con precisione le differenze fra i due sessi. A riprova di ciò è sufficiente osservare come frequentemente i bambini, allevati dalle sole madri, denuncino con allarmante frequenza, problemi psicologici e difficoltà di inserimento nel contesto sociale. Il bambino ricerca continuamente il limite ed è il padre che deve porre un freno, puntualizzando fin dove è possibile spingersi, agendo con un certo distacco non affettivo ma educativo. Non deve essere l’amico, ma un leader saggio, capace di essere esplicativo e non solamente punitivo, disponibile a spiegare i perché di un divieto, ridefinire le regole e dichiararne i contenuti. Questa autorevolezza può derivare solamente da una condotta di vita coerente ed inattaccabile. Tutto ciò con l’ausilio della madre che deve consentire al padre di insinuarsi gradualmente nel rapporto simbiotico madre- figlio dei primi anni di vita. Compito fondamentale, quindi, è quello che si realizza attraverso l’incarnazione del pensiero logico razionale di rappresentare il principio di autorità e di farlo accettare come necessario. Tramite questo assunto si favorisce l’emancipazione, si facilitare la socialità e il rapporto esterno per garantire un passaggio non traumatico dalla protezione della realtà familiare all’autonomia e l’indipendenza.

Per l’arcivescovo di Modena-Nonantola, Erio Castellucci, «il padre è fondamentale per trasmettere il senso del limite e quello del dovere. Dall’esperienza che ho avuto, come figlio, la sua presenza è stata un apporto complementare a quello della mamma. La mamma rappresenta la tenerezza e l’abbraccio il papà ci aiuta a prendere le responsabilità a staccarci dalla fanciullezza per avere delle mete; è la sponda del dovere del prendere ed accogliere la vita come compito».

E la famiglia, dove sta andando? «Tralasciando le polemiche di questi giorni –risponde l’arcivescovo – basta leggere Amoris laetitia. Il Papa, soprattutto nella prima parte, fa un quadro attuale indicando i problemi odierni e le opportunità. In occidente è sempre più difficile mantenere una stabilità affettiva ed educativa: ecco perché la famiglia - come si usa dire - è in crisi. Mancanza di mezzi economici, difficoltà nella scelta scolastica ed educativa dei figli. C’è però un segno positivo: i giovani hanno desiderio di “fare famiglia” e questo fa ben sperare».