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La dittatura dei risultati non ha interesse per la crescita integrale della persona

Al Convegno mondiale per l’educazione cattolica il piano per l’istruzione 2030 dell’Onu e l’enciclica 'Laudato Si' del Papa

Si è appena concluso a New York il Convegno mondiale per l’educazione cattolica 2019 organizzato da Oiec (International Office for Catholic Education). Per 4 giorni, dal 5 all’8 giugno scorso, più di 500 delegati provenienti da più di 100 Paesi si sono confrontati sul tema 'Educazione all’umanesimo della fraternità per costruire una civiltà dell’amore'. Motto del congresso 'Educatio Si' può essere tradotto con 'Sii educato'. Attraverso questo messaggio, l’Oiec vuole simboleggiare il legame tra due linee guida dell’educazione cattolica: il piano per l’istruzione 2030 delle Nazioni Unite e l’enciclica 'Laudato Si' di papa Francesco. Pertanto, 'Educatio Si' è il simbolo del forte impegno dell’Oiec verso il conseguimento dell’istruzione per tutti, associato alla parola di Dio. Questo l’orizzonte con il quale la grande famiglia Oiec ha aperto il Convegno Mondiale per l’Educazione Cattolica 2019.

Primo e significativo gesto, la celebrazione dell’eucarestia presieduta da mons. Cristophe Pierre, nunzio apostolico negli Stati. Uniti. Con lui più di 80 tra sacerdoti e vescovi provenienti dai 5 continenti, tra cui, preziosa la presenza di mons. Zani (Segretario Cec) nella stupenda cattedrale di San Patrick nel cuore di Manhattan. Significativo uno dei molti interventi – come racconta il vicepresidente Claudio Masotti dell’Agesc – 'Educazione oggi, emergenze e sfide' tenuto dal sociologo professor Jorge Baeza Correa (docente della Università Cattolica Silva Henríquez in Cile). Nella sua ricerca, secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, la popolazione di rifugiati e sfollati nel mondo raggiunge 68,5 milioni di persone, di cui 25,4 milioni hanno meno di 18 anni. Nel rapporto dell’organizzazione sull’istruzione «4 milioni di bambini rifugiati non frequentano la scuola. Solo il 61% dei bambini rifugiati frequenta la scuola primaria, rispetto a una media globale del 92% (...). Solo il 23% degli adolescenti rifugiati è iscritto alla scuola secondaria, rispetto alla cifra complessiva dell’84%. La situazione dell’istruzione terziaria è fondamentale. Solo l’uno percento dei giovani rifugiati frequenta l’università, rispetto al 37 percento mondiale».

Nei pomeriggi, – come ricorda Masotti – siamo stati ospiti della Fordham University in New York, i delegati hanno potuto partecipare, alle sessioni di workshop secondo un calendario molto fitto di incontri nel quali confrontarsi e condividere progetti ed esperienze nel campo dell’educazione e della formazione. Il congresso si è concluso con un momento di grande unità di tutti i delegati riunti significativamente al palazzo delle Nazioni Unite. In quest’ultima sessione, papa Francesco ha voluto essere presente con un suo video messaggio di saluto carico di contenuti. Il Papa ha sottolineato alcune delle principali difficoltà che l’educazione incontra oggi. La decostruzione dell’umanesimo come l’individualismo e il consumismo generano una competizione che svilisce la cooperazione, offusca i valori comuni e mina alla radice le più basilari regole di convivenza. La dittatura dei risultati che non ha alcun interesse per la crescita integrale della persona. E la “rapidification” che imprigiona l’esistenza nel vortice della velocità cambiando continuamente i punti di riferimento.

Per fare fronte e vincere questi ostacoli, continua il Papa, «occorre la sinergia delle diverse realtà educative tra cui la prima è la famiglia, luogo in cui si impara ad uscire da se stessi e a collocarsi di fronte all’altro. Altresì occorre mettere al centro dell’azione educativa la persona nella sua integrità». L’intervento del Papa si conclude con una precisa indicazione: «Dobbiamo lavorare per liberare l’educazione da un orizzonte relativistico e aprirla alla formazione integrale di ciascuno e di tutti». Il congresso è stato una vetrina importante per dare voce ai molti Paesi che per mancanza di adeguate risorse economiche non hanno voce. E un momento di risveglio e di opportunità per importanti scambi sui temi dell’educazione di oggi.