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Patti di comunità: partire dalla centralità della scuola. Anche paritaria

Proseguire il dialogo con le istituzioni, che ha aperto a un positivo confronto sulla strada della parità economica

«Mai come ora c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa, per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna». È a partire da questo invito di Papa Francesco, pronunciato il 12 settembre 2019, che domani l’Agesc si ritroverà a Firenze per il suo Consiglio Nazionale. Un momento di confronto, di verifica e anche di condivisione soprattutto per quanto riguarda l’evento pubblico della due giorni fiorentina, la tavola rotonda del 19 Febbraio dal titolo: “Global Compact, patti di comunità: la centralità della scuola come relazione, conoscenza, valori. Quale futuro per la Scuola Pubblica Paritaria in Italia?”, alla quale porteranno il loro apporto monsignor Claudio Giuliodori, Presidente della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università; Stefano Versari, Capo Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione del Ministero dell’Istruzione; Gabriele Toccafondi, Segretario VII Commissione della Camera - Cultura, Scienza e Istruzione.

È uno sguardo lungo, un orizzonte che pensiamo sia fatto soprattutto di partecipazione e coinvolgimento con il territorio, che fa da punto di riferimento per la riflessione che il comitato Nazionale della nostra associazione è chiamato a sviluppare in questi due giorni.

Dopo due anni pesantissimi per tutti noi, due anni che hanno rinviato inevitabilmente le grandi domande e le sfide che tutto il mondo della scuola italiana è chiamato ad affrontare nell’immediato futuro, gli scenari che oggi si aprono richiedono non solo un’attenta analisi, ma anche e soprattutto la capacità di delineare prospettive, proporre scelte, tracciare strade su cui muoversi, tenuto conto (e l’abbiamo visto in questi mesi come non mai) che il sistema istruzione ha un peso enorme su tutta la nostra società civile, anche sull’economia.

Diciamo anche che ci sta molto a cuore la ripresa di quel dialogo con le istituzioni, che ha aperto a un positivo confronto sulla strada della parità economica dei vari soggetti che compongono il sistema istruzione e ci riferiamo soprattutto a quella fetta importante che sono le scuole pubbliche paritarie cattoliche più volte citate come importante risorsa sia dal ministro Bianchi che dal presidente del consiglio Draghi. È questo un percorso che vogliamo riprendere e un obiettivo che da sempre è prioritario nella nostra agenda, convinti come siamo che non c’è libertà di scelta educativa senza equità di sostegno economico alle famiglie. Tornando all’appuntamento di domani, ci preme sottolineare come la scelta dell’educazione come terreno su cui realizzare un patto globale, è un argomento prioritario nell’orizzonte degli scenari attuali e futuri; affrontarlo, ridefinirlo, “abitarlo” è un dovere che abbiamo verso le nuove generazioni per assicurare loro un futuro migliore a partire dai sistemi educativi che devono tener conto di una società sempre più complessa e in costante mutamento. Per tanti soggetti che hanno come riferimento il Magistero della Chiesa, il cammino è da tempo cominciato. Molte scuole, università cattoliche e non, stanno già approfondendo la dimensione antropologica, comunicativa, culturale, economica, generazionale, pedagogica e sociale di questo Patto Globale. Anche Agesc si vuole inserire in questo cammino a partire dalla due giorni fiorentina che potremmo definire “preparatoria”. Papa Francesco, che nel 2014 aveva ripreso l’idea del Villaggio Educativo, ora con il Global Compact on Education ci sollecita, ci provoca e ci chiama a un impegno nel quale cultura, comunicazione, istruzione si facciano dinamico organismo finalizzato alla dimensione della vita civile universale, secondo i valori educativi dell’umanesimo cristiano.

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Fonte:Avvenire