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L’impegno delle scuole paritarie per l’inclusione degli alunni disabili

La stabilizzazione del fondo da 70 milioni per gli insegnanti di sostegno è un passo in avanti importante

Con la recente legge di Bilancio si prevede la stabilizzazione dei 70 milioni di euro per la disabilità, provvedimento che arriva a dare continuità e, cosa più importante, a stabilizzare quello del passato governo dopo un ennesimo intervento di Agorà della Parità di cui la nostra associazione è parte. Se c’è una indubbia soddisfazione si rende però necessaria una continuità nell’azione affinché questi segnali concreti diventino “strutturali” tenuto conto anche del grande servizio che le scuole pubbliche paritarie fanno nel campo dell’accoglienza degli studenti con disabilità nel più ampio sistema scolastico pubblico italiano.

Secondo il Ministero dell’Istruzione, negli ultimi cinque anni il numero di alunni disabili iscritti alle scuole paritarie è progressivamente salito arrivando nell’anno scolastico 2018/2019 a 15.350, pari a circa l’1,8% degli 866.500 alunni totali degli istituti paritari. Inoltre l’emergenza dettata dalla pandemia da Coranavirus ha reso ulteriormente necessario lavorare sull’inclusione degli studenti disabili e le scuole paritarie hanno fronteggiano la situazione attingendo da energie che fanno parte della loro essenza, del carisma che le ha generate, per garantire - nonostante le diverse risorse a disposizione - che le persone con disabilità non fossero lasciate indietro». « Negli anni abbiamo sempre più lavorato per una scuola che sappia essere accanto ad ogni alunno/a globalmente; una scuola che risponda appieno alle sue esigenze - ci ricordava proprio in questi giorni la direttrice di un istituto paritario cattolico -. Ci rifacciamo allo spirito specifico dell’accoglienza, dell’amorevolezza, dell’attenzione ad una reciprocità condivisa perché nessuno si senta escluso: e ciò avviene soprattutto per gli alunni e studenti con disabilità».

È solo una delle tante voci di gestori delle scuole pubbliche paritarie che da anni attendono riconoscimento concreto non per loro stessi, per l’istituzione, ma per le persone con disabilità e per le loro famiglie che hanno un bisogno estremo di sostegno in tutti i sensi, soprattutto in questi ultimi anni in cui la dimensione economica ed il peso del “dopo di noi” è cresciuto in maniera esponenziale.

Il contributo dello Stato per ciascun ragazzo disabile è ancora molto differente tra scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria. Considerando che a livello centrale il rapporto con i territori non è diretto, e quindi è differente la percezione del problema, a livello locale tra tutte, solo alcune Regioni virtuose come il Veneto, per citarne una, particolarmente attenta all’inclusione ed al sostegno alle famiglie con figli diversamente abili, ha contribuito a sostenere la libertà di scelta con il buono scuola fino a 15mila euro per l’insegnante di sostegno. Un segnale importante se consideriamo che contro i 20mila mediamente erogati ad alunno, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado per le scuole pubbliche statali, con i 70 milioni inseriti nella legge di Bilancio il fondo per i disabili è passato dai 24 milioni di euro del 2017 a 94 milioni, cioè circa 7/8 mila euro per ogni studente, delle scuole pubbliche paritarie. Il prossimo 5 dicembre si celebrerà la Giornata Mondiale delle Persone con Disabilità. Un’occasione importante per ripensare ad una vera cultura dell’inclusione e a quale sia il nostro apporto; tenendo conto che la disabilità non dovrebbe mai essere una condizione discriminante.

« Mi sono battuta con tutte le mie forze, li ho convinti ad uno ad uno, finché i miei compagni mi hanno eletta capoclasse e le insegnanti mi hanno concesso di partecipare a tutte le attività come gli altri». È un passaggio della testimonianza del vissuto di una giovane donna: quella donna oggi è adulta, è Cavaliere della Repubblica, ed ha vinto 14 allori alle paralimpiadi. Il suo nome è Francesca Porcellato.

Anche questa una storia che ha girato nel verso giusto grazie a tanta volontà e ad un terreno “accogliente” soprattutto a partire dalla scuola. Per questo da genitori ci sentiamo coinvolti ed impegnati attori di quel cambiamento culturale necessario, perché sia riconosciuta pari dignità e libertà ad ogni studente, ad ogni figlio, ad ogni persona.

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Fonte:Avvenire