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Alleanza genitori-scuola, un patto indispensabile per la crescita dei figli

Anche le famiglie sono chiamate a mettersi in gioco, creando spazi di dialogo e collaborazione

È fin troppo scontato, quasi retorico, dichiarare la bontà dell’idea di costruire un’alleanza tra scuola e famiglia, una relazione virtuosa tra genitori e insegnanti finalizzata alla crescita di bambini e adolescenti. Eppure non è per nulla scontata questa relazione e le cronache di questi giorni lo dimostrano. Negli ultimi trent’anni i rapporti genitori – figli sono radicalmente cambiati e con essi il rapporto genitori – scuola. Oggi sembra prevalere un modello educativo iperprotettivo, che mira a tutelare l’incolumità emotiva dei figli e ad evitar loro ogni forma di frustrazione: «Se avrai ostacoli nella vita, io li appianerò ». «Se hai un insegnante esigente, ti cambio scuola». Questa relazione con i figli è l’emblema dello sfaldamento del patto generazionale e, nello specifico, la rottura dell’alleanza genitori – insegnanti dove questi ultimi si trovano spesso da soli a svolgere la funzione educativa. Il filosofo Galimberti sostiene: «Espellerei i genitori dalle scuole, a loro non interessa quasi mai della formazione dei loro figli, il loro scopo è la promozione del ragazzo a costo di fare un ricorso al Tar». Il riferimento è ai genitori che hanno figli alle superiori, un’età in cui un’eccessiva protezione diventa certamente un ostacolo alla maturazione verso l’adultità. Diverso è il contesto del bambino che necessita inevitabilmente del sostegno genitoriale. Ma anche nella primaria il rispetto dei confini e dei ruoli è spesso labile e le “invasioni di campo” possono creare problemi e incomprensioni, se non addirittura conflitti.

In questo scenario, la prima azione che, in particolare come Associazione di genitori, ci sentiamo di fare, è riconoscere che questa frattura esiste, che il patto educativo è saltato e che per ricomporlo occorre impegno da entrambe le parti; occorre ragionare sulla propria identità per chiarire il rapporto e fondarlo a partire dall’identità dell’altro. Come Agesc questa è una problematica sulla quale da tempo ci siamo impegnati. Ricucire un’alleanza è un lavoro di riflessione e di confronto su domande precise: qual è il nostro posto come famiglie, genitori e quello degli insegnanti nell’istituzione scolastica? Dove pensiamo inizi e finisca il nostro e il loro ruolo? Ma soprattutto, è chiaro dove si posiziona un confine condiviso, se esiste una possibile terra di mezzo dove incontrarsi? Delimitare il confine tra spazio comune e spazio sacro è vitale: non tutto è comune, ci sono spazi sacri che vanno rispettati: uno spazio “solo” per il figlio-allievo; uno spazio solo per il figlio e il genitore; gestire i confini di questi spazi non è semplice, ma non rispettarli genera tensione, esasperazione. Se non si dialoga su queste questioni, l’alternativa è aspettare che sia valicato il confine, da parte dei genitori, per accusarli di quanto sono invadenti o, al contrario, di quanto sono deleganti. Per uscire dalla retorica dell’alleanza educativa e accompagnare la crescita dei figli-allievi gettando le basi di una reale relazione partenariale, serve superare quell’atteggiamento difensivo fatto di diffidenze reciproche, non conoscenza e pre-giudizi e creare spazi e luoghi in cui dare spazio e voce all’altro, ascoltare la sua narrazione della realtà del figlio-allievo. Un antico proverbio africano recita: «Per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio». Il cammino educativo è sempre il risultato di un’azione condivisa tra genitori, società e altri soggetti istituzionali; la scuola è quello più sensibile per la funzione e finalità formativa che le sono proprie. In questa prospettiva è determinante occuparsi delle giovani generazioni guardando a loro come la vera speranza del futuro di una società, nella consapevolezza che oggi nessuno può pensare di fare da solo e che le fragilità di ciascuno possono essere sostenute da un patto di collaborazione esplicito e condiviso tra adulti. Le nostre fragilità educative, come genitori, possono così trovare nella scuola un sostegno e la scuola guardare ai genitori non come la causa degli insuccessi educativi ma come un interlocutore necessario per la formazione dei figli-allievi. Costruire un’alleanza è sempre faticoso, i confini inevitabilmente vanno di tanto in tanto ridiscussi, ma il confine, se può segnare un limite, una frontiera, può anche diventare un punto d’incontro; sta a ciascuno di noi decidere.

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Fonte:Avvenire