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Dimensione spirituale: fondamento e principio di libertà e autonomia

La celebrazione della Pasqua rimanda al significato più profondo del compito dell’educatore

In questi giorni è uscito il periodico della nostra associazione “ATempo Pieno” (scaricabile tra l’altro dal sito). Al suo interno ci sono interventi, che riguardano il mondo della scuola, la vita della scuola pubblica paritaria cattolica ed il rapporto genitori-scuola. Molti hanno un riferimento alla Pasqua. Uno in particolare sottolinea l’assonanza tra “la Festa” cristiana che ci apprestiamo a vivere ed il non facile compito di chi, come educatore, è compagno di viaggio dei ragazzi: i genitori in primis e gli insegnanti insieme.

Credere nell’opera educativa oggi non è certamente facile. Impegnarsi come genitori su terreni che ritroviamo in continua evoluzione, dove il senso di impotenza e talvolta di frustrazione può farci desistere e fiaccarci nelle nostre volontà esige un supplemento di “cuore” e la capacità di spingere il nostro sguardo verso quel di più che abbiamo dentro di noi e che ha a che vedere con la dimensione spirituale.

In un resoconto la nostra delegata presso l’Associazione Europea dei Genitori, l’Epa, riportava il particolare di una visita ad una scuola francese dove l’accompagnatore, nel presentare le attività, le aule e le attrezzature, aveva messo in risalto la presenza di uno spazio libero per i ragazzi pensato come luogo “dello spirito”. «Quello che mi ha colpito di più – scriveva la nostra delegata – è stato trovare un luogo dove i ragazzi, due volte a settimana, si confrontano e discutono su tutta una serie di temi legati alla spiritualità in generale. Non si tratta di percorsi catechistici ma della necessità che tutti, indipendentemente da sesso, razza o religione, godano di un momento di raccoglimento e riflessione su temi che hanno a che fare con il Trascendente ». Un’esperienza che ci ricorda quelle delle scuole paritarie cattoliche, di casa nostra, che grande importanza per lo sviluppo armonico della persona attribuiscono alla cura e alla crescita della dimensione spirituale, tanto che molti istituti oltre ad organizzare le attività, prevedono spazi appositi dove, con cadenza regolare si trovano i ragazzi della classe assistiti e guidati da un educatore per parlare e confrontarsi, approfondendo aspetti della loro vita, del loro mondo, nutrendo la loro dimensione spirituale. È una questione che non riguarda l’aspetto confessionale (ricordiamo che molti allievi delle paritarie sono di altre religioni), è una dimensione importante dell’uomo quanto quella della mente e la scuola ha il dovere di nutrire e curare entrambe.

Sono alcuni segnali di straordinaria importanza. Riscoprire la dimensione dello spirito e della riflessione interiore come stimolo a una visione dell’uomo non meramente razionalistica, economicistica e materialistica, sembra un passaggio ineludibile di fronte alla pervasività di visioni che sembrano gradualmente ridurre al minimo l’individualità e la specificità di ogni persona. Non vogliamo demonizzare le tecnologie digitali, anzi, ma non possiamo non constatare come la standardizzazione dei processi comunicativi e l’ingresso della “macchina” nella dimensione cognitiva tendano ad una omologazione banalizzante delle relazioni. Lo studio dell’ecologia ha messo in evidenza in questi anni l’importanza della biodiversità. Forse dovremmo pensare, arrischiando una estensione analogica ardita, che la biodiversità del fattore umano va tutelata con pari energia e impegno, per evitare che la bellezza e la vivacità di ogni anima si inaridiscano in un appiattimento inerte nel quale solo “l’artificiale” sembra meritare il titolo di “intelligenza”.

Crediamo invece che l’immateriale dell’uomo forse è rimasto il solo elemento solido nella società liquida. È proprio questo che va coltivato con passione educativa. È vero: l’Europa e il nostro Paese in particolare stanno soffrendo l’urgenza di tre emergenze: economica, culturale e spirituale. Tuttavia, come osservava di recente monsignor Domenico Pompili, vescovo di Verona, in un significativo incontro con i responsabili delle scuole cattoliche della sua diocesi, la chiave per uscirne è rovesciarne l’ordine di priorità e maturare la convinzione che solo se riconfigureremo la nostra dimensione spirituale, cominceremo a elaborare con matura consapevolezza quelle linee culturali sulle quali fondare una nuova economia che nona sia solo di consumo, ma fondamento e principio di libertà e autonomia delle persone per una vita serena e aperta a nuovi orizzonti.

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Fonte:Avvenire