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Festeggiamo il 2 Giugno, rinnovando il patto educativo tra le generazioni

I genitori della scuola cattolica rilanciano il ruolo della famiglia nella costruzione del futuro della comunità

Quest’anno la ricorrenza del 2 giugno, Festa della Repubblica, sembra consolidare la riflessione proposta come genitori su queste colonne, intesa come vitale occasione per far crescere, maturare, preparare alla partecipazione democratica, nella quale consiste la “libertà” vera, quella sostanziale, che è autentica forma di promozione umana. Educazione e fiducia nel futuro, sono dunque i due poli di una dialettica fertile di sviluppi e di evoluzione, che tuttavia negli ultimi anni sembra aver subito una battuta d’arresto. Eppure l’inizio dell’Articolo 3 della nostra Costituzione è propulsivo e ispirato a una visione che non esiteremmo a definire avveniristica, pensando che è stato scritto alla fine degli anni Quaranta e risulta ancor oggi un punto avanzato, non solo dal punto di vista politico-istituzionale, ma anche secondo una prospettiva antropologica, per la sua attualità e per la lucidità della visione che lo caratterizza.

Il già citato Articolo 3 prosegue con una affermazione forte: « È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese ». È quindi inevitabile oggi, di fronte a un mondo giovanile, specialmente di elevata preparazione culturale, che stenta a trovare lavoro e a un sistema produttivo che non trova la necessaria forzalavoro a una sanità che evidenzia non poche falle, e una burocrazia talora ottusa e meccanica, una sempre più vasta e preoccupante astensione dal voto, domandarsi se davvero quelle affermazioni rigorose e programmaticamente impegnative non si siano scontrate con una certa tendenza a trasformare la Res Publica in una “cosa di pochi”. Una tentazione che appare risolvere problemi che sembrano irrisolvibili e che evidenzia il pericolo sempre incombente di pensare che i problemi comuni possano esser risolti da “altri”. In realtà la nostra Costituzione, sulla quale si fonda la nostra Repubblica, ci richiama con energia alla consapevolezza che la fatica del vivere comune è il principio generativo stesso della consapevolezza di essere cittadini e, in quanto tali, di non poter mai rinunciare alla condivisione e alla partecipazione. In tal senso l’Educazione Civica, ritornata per legge ad essere materia scolastica, è lo spazio nel quale la scuola deve onorare la Repubblica mediante il proprio istituzionale impegno nel coinvolgimento cognitivo ed etico delle nuove generazioni, perché l’antidoto della disaffezione democratica sono l’educazione e la conoscenza delle proprie istituzioni, e questa Repubblica, che celebriamo e festeggiamo il 2 Giugno, ha in sé questo antidoto nella sua carta fondativa. Definita un “sogno” nato in seno ad un’Assemblea costituente che ha vissuto la nascita della Costituzione italiana come obiettivo primario del proprio impegno. Anche noi genitori di Agesc, vogliamo ribadire l’importanza del patto educativo tra generazioni e siamo pronti a batterci per la pari dignità di tutti i soggetti che vedono nella costituzione il fondamento della libertà e l’anima stessa della nostra Repubblica. In tal senso crediamo necessaria anche la formazione costante dei genitori, perché cresca in loro la consapevolezza del ruolo fondamentale della famiglia all’interno del sistema educativo nelle responsabilità e nella rappresentatività. Non basta la struttura repubblicana per creare una democrazia. Ma noi crediamo che una democrazia compiuta, come quella “sognata” dai nostri Padri Costituenti sia possibile solo in una Repubblica. Questa consapevolezza desideriamo sia la cifra distintiva e caratterizzante di questa festa che celebriamo il 2 Giugno di ogni anno.

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Fonte:Avvenire