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«Auspichiamo, con chi verrà, un passo avanti per le famiglie delle paritarie»

Frare: siamo disponibili al confronto e ad un lavoro comune, per ricercare gli strumenti più idonei per camminare su questa strada

Mancano oramai pochi giorni alle due importanti scadenze elettorali Emiliane e Calabresi e il presidente dell’Agesc, Giancarlo Frare, pur non prendendo alcuna posizione politica, «in quanto i genitori devono essere liberi di esprimere le proprie convinzioni senza condizionamenti » ha voluto puntualizzare ai nuovi governatori che verranno alcune argomenti.

In Emilia-Romagna le scuole paritarie sono una realtà significativa per il sistema scolastico e per tutto il territorio regionale: 992 scuole paritarie che accolgono 75.323 alunni, pari al 12% della popolazione scolastica regionale (dati as 2018/2019).

In Calabria ci sono oltre 400 scuole paritarie che accolgono un numero di alunni altrettanto significativo nel quadro globale della popolazione scolastica regionale. Si tratta di presenze significative non solo sotto il profilo quantitativo. Le scuole paritarie sono comunità di persone dedite, con professionalità e passione, all’educazione e alla formazione dei giovani; luoghi di relazioni significative per gli alunni e per le loro famiglie (in un tempo, come quello che stiamo vivendo, caratterizzato dalla paura e dall’individualismo). Dopo l’antica avversione (per motivi innanzitutto ideologici) nei confronti della scuola paritaria in Emilia Romagna negli ultimi anni sono cresciute le forme di collaborazione tra Regione, enti locali e scuole dell’infanzia paritarie a gestione privata. I Comuni con le convenzioni sostengono il servizio pubblico svolto da queste scuole; la Regione destina 4,7 milioni all’anno per progetti di miglioramento dell’offerta formativa e per il coordinamento pedagogico. Tale 'virtuosa' collaborazione ha senza dubbio aiutato la qualificazione della offerta formativa delle scuole dell’infanzia paritarie a gestione privata e anche il consolidamento di tale presenza (frequentata oggi dal 32% degli alunni). «Nella prossima legislatura ci aspettiamo che queste regioni facciano un ulteriore passo avanti, prendendo in considerazione anche i bisogni delle famiglie che frequentano le scuole paritarie in gradi scolastici diversi dall’infanzia».

Alcune regioni (come Lombardia, Veneto e Piemonte) hanno sperimentato misure di sostegno alla libertà di scelta della scuola, prevedendo aiuti economici (voucher, buoni, dote, borse di studio ...) per sostenere le famiglie, in particolare quelle meno abbienti, per le spese di frequenza della scuola paritaria post-infanzia. Il valore principale di tali interventi, oltre all’aiuto concreto, sta nel fatto di riconoscere che la libertà di scelta

della scuola non è un lusso, ma un diritto fondamentale che va garantito a tutti, anche alle famiglie meno abbienti.

Pensiamo poi che meritino una particolare attenzione le famiglie con figli disabili che frequentano le scuole paritarie (oggi l’onere dell’insegnamento di sostegno infatti è quasi integralmente a carico della scuola e della famiglia). In Veneto il buono scuola regionale per gli alunni disabili che frequentano le paritarie può arrivare fino a 15.000 euro all’anno ad alunno; in Lombardia la dote disabilità può arrivare fino a 3.000 euro; in Piemonte il voucher fino a 3.225 euro. «Nelle nuove legislature regionali di Emilia-Romagna e Calabria ci aspettiamo un passo avanti sulla strada del sostegno alla libertà di scelta della scuola da parte delle famiglie e della collaborazione tra Regione e Scuole Paritarie. Siamo disponibili al confronto e ad un lavoro comune, per ricercare gli strumenti più idonei per camminare su questa strada» aggiunge Frare.

Anche Maddalena Faccioli presidente AGeSC regionale Emilia Romagna, afferma che «al prossimo Governatore e ai prossimi Consiglieri della regione Emilia Romagna faccio presente che sono passati 20 anni dall’approvazione delle legge 62/2000 che rende le scuole paritarie cattoliche parte integrante del sistema scolastico pubblico italiano; ma tale legge non è interamente applicata. Si chiede che si possa avere, come in altre regioni, un buono scuola da assegnare alle famiglie perchè possano liberamente scegliere la scuola dei figli senza dover sopportare spese per la retta scolastica. Si chiede che questa regione si faccia carico di sostenere il costo degli insegnanti di sostegno nelle scuole paritarie che ne hanno necessità, per poter permettere a tutti gli alunni che sono portatori di handicap di poter frequentare tali scuole senza ulteriori insostenibili costi da parte delle scuole stesse o delle famiglie interessate. Senza questi aiuti molte scuole paritarie cattoliche rischiano la chiusura, verrebbe a mancare un patrimonio culturale importante e non ci sarebbe la libertà di educazione. Siamo disponibili al confronto e ad un lavoro comune, per ricercare gli strumenti più idonei per camminare su questa strada».