Congedi, permessi, bonus, lavoro agile e agevolazioni per genitorialità e disabilità nel lavoro
Decreto-legge “Cura Italia” 17 marzo 2020, n. 18 e norme attuative - Emergenza COVID-19CONGEDO PARENTALE STRAORDINARIO COVID-19 – ARTT.23 E 25
1. Per lavoratori dipendenti, settore privato, figli 0-12 anni o con handicap grave
A decorrere dal 5 marzo e sino al 3 aprile 2020, in conseguenza della chiusura delle attività
didattiche e educative prevista dal DPCM 4 marzo 2020, i genitori lavoratori dipendenti del settore
privato hanno diritto a fruire, per i figli di età non superiore ai 12 anni, di un congedo straordinario
specifico COVID-19 utilizzabile in maniera continuativa o frazionata di massimo 15 giorni, con una
indennità pari al 50 per cento della retribuzione (con eccezione del rateo di tredicesima, gratifica
natalizia e trattamenti accessori), con la copertura della contribuzione figurativa. I genitori
possono fruire in modalità alternata del congedo, entro il massimo complessivo dei 15 giorni
previsti.
In caso di figli con disabilità in situazione di gravità accertata ai sensi dell’articolo 4, della legge n.
104/1992, iscritti a scuole di ogni ordine e grado o ospitati in centri diurni a carattere assistenziale,
il limite di età dei 12 anni non si applica.
Possono accedere al congedo straordinario COVID-19 anche i genitori che hanno esaurito la
fruizione massima individuale e di coppia prevista dalla normativa che disciplina i congedi
parentali ordinari (Messaggio INPS 1281/2020).
La frazionabilità del periodo è consentita solo a giornate intere e non in modalità oraria (Circolare
INPS n.45 del 25/03/2020).
I periodi già fruiti come congedo parentale ordinario, verranno convertiti d’ufficio dall’INPS in
congedo straordinario COVID-19 e di conseguenza godranno dell’indennità prevista per il congedo
straordinario e non saranno computati ai fini del congedo ordinario. (Messaggio INPS 1281/2020)
Gli eventuali periodi di prolungamento del congedo parentale ex art.33 del D.lgs.151/2001, fruiti
dai genitori successivamente al 5 marzo, nel massimo di 15 giorni, sono convertiti d’ufficio nel
Congedo Covid-19 con diritto all’indennità e non computati né indennizzati come congedo
parentale (Circolare INPS n.45 del 25/03/2020).
La fruizione del congedo COVID-19 è subordinata alla condizione che nel nucleo familiare non sia
presente un genitore che fruisca di strumenti di sostegno al reddito in caso di sospensione o
cessazione dell’attività lavorativa o sia disoccupato o non lavoratore.
I genitori affidatari sono equiparati a tutti gli effetti.
In alternativa al congedo parentale straordinario COVID-19 è possibile fruire di un bonus/voucher
(vedi sotto).
L’INPS procede al monitoraggio della spesa, e provvederà a rigettare le domande pervenute oltre i
limiti previsti.
Il congedo parentale straordinario COVID-19 può esser fruito cumulativamente nell’arco dello
stesso mese con i giorni di permesso retribuito per legge 104, anche come estesi dal decreto Cura
Italia, con il prolungamento del congedo parentale per figli con disabilità grave (Messaggio INPS
3
1281/2020) e con il congedo straordinario di cui all’articolo 42 comma 5 del D.lg.151/2001
(Circolare INPS n.45 del 25/03/2020)...
Continua a leggere negli allegati.
Complessità e ambivalenza del tema
Sotto l'influsso delle teorie laiciste e in presenza di enormi situazioni di sottosviluppo, di fame, di ignoranza, di sfruttanmento, settori del mondo cattolico, più o meno affascinati anche dal processo e dall'idea della secolarizzazione – come ebbe a constatare il gesuita P. Angelo Macchi in una sua disamina - si affidano ad una teoria – e poi agiscono in conseguenza di tale teoria – secondo la quale il compito del cattolico nella società civile sia quello della promozione della giustizia, ritenendo che basti tale promozione per promuovere la stessa fede o almeno per creare le condizioni essenziali, affinché la fede possa essere difesa e assunta. Da qui derivano gli atteggiamenti e il desiderio di impegnarsi in attività di lavoro totalmente secolarizzate, spesso mimetizzando la loro identità giustificando il tutto alla luce di ciò che si chiama "pre-evangelizzazione", intesa appunto come azione che tende a porre solo le premesse per l'inserimento del processo della fede.
Ponendo il problema in questo modo, le conseguenze che logicamente ne derivano sono, per esempio, quelle secondo le quali, essendo la promozione della giustizia il fine principale dell'azione apostolica, “è doveroso affiliarsi con coloro che oggi sono e appaiono impegnati per il raggiungimento dello stesso fine”. Così lo sbocco conclusivo della teoria della "pre-evangelizzazione" conduce settori di cattolici a identificarsi con associazioni, con aggregazioni, che, per loro matrice culturale, sono opposte alla fede, e ciò genera un processo di ripensamento di tale teoria. Ma “può essere chiamata sindacali e culturali?”. A questo punto un discorso che volesse svilupparsi sul doppio binario della teoria e della pratica non può non domandarsi che cosa è la fede e che cosa è la giustizia...
Una chiacchierata con Roberto Gontero, presidente dell’AGeSC, per riflettere sulla relazione tra genitori e insegnanti nella formazione dei ragazzi, per valutare i rapporti tra scuola paritaria, scuola pubblica e Istituzioni e per sognare istituti educativi sempre più attenti alle persone e alle sfide del presente e del futuro.
Che siano buoni cristiani e onesti cittadini. È la citazione di don bosco l’augurio che Roberto Gontero rivolge a docenti, ragazzi e genitori all’inizio dell’anno scolastico. Al tintinnare delle prime campanelle, Docete ha pensato di chiacchierare con il presidente dell’Associazione genitori Scuole Cattoliche per riflettere con lui sulla comunità educativa, sul ruolo degli adulti nella formazione dei più piccoli e sulla collaborazione essenziale di formatori ed educatori nella realtà scolastica.
È “Sinergia” la parola che lo stesso Gontero regala come un dono da custodire a studenti e professori, «una sinergia da alimentare con la speranza e che si nutre di proposte relazionali e collaborative».
Lo sa bene il presidente dell’Agesc, così come tutta l’Associazione nata nel 1975, nel fermento di quel post sessantotto che invocava partecipazione e coinvolgimento. «Nel contesto dei primi anni Settanta – ricorda gontero, al secondo mandato come presidente – con l’inserimento nell’ordinamento scolastico degli organi collegiali, pensammo di creare una associazione che favorisse la collaborazione tra scuola e famiglia e sostenesse il rapporto delle due realtà attraverso l’organizzazione della presenza dei genitori negli istituti scolastici. Prima come associazione locale, regionale, poi, passo dopo passo, come realtà nazionale, abbiamo sempre cercato di far sentire la nostra voce all’interno delle scuole paritarie cattoliche, e non solo, e di interfacciarci con le istituzioni»
Riconosciuta dalla Conferenza Episcopale Italiana e dal Ministero della Pubblica Istruzione, l’Associazione di promozione sociale conta oggi una presenza attiva su tutto il territorio italiano con livelli regionali, provinciali e locali, «con i cosiddetti comitati genitori di istituto» – specifica gontero – e approfondisce i rapporti con la comunità civile «perché oggi, più degli anni Settanta, la società è frammentata. La confusione di ideali, di valori, di verità, trasuda nella scuola e non aiuta la comunicazione tra le varie realtà educative. La scuola non è un campo di battaglia o un ambito di trattazione, ma è il luogo dell’incontro».
LA POSSIBILE SINERGIA TRA SCUOLA STATALE E PARITARIA
La “sinergia” che dà il titolo alla riflessione di questo bimestre non riguarda esclusivamente la relazione tra genitori, insegnanti e alunni e i rapporti istituzionali con la comunità educante, ma è la parola chiave per un cammino essenziale nel patto scuola-famiglia che si interseca nella collaborazione tra le diverse associazioni del mondo scolastico e si fa viva e ricca nel confronto attivo con la scuola pubblica e con le organizzazioni impegnate a tutelare i diritti di cittadinanza.
«Siamo convinti che l’interazione tra scuola statale e scuola paritaria sia essenziale per raggiungere più progettualità e che la relazione sia un bene per entrambi – continua il Presidente Agesc –. Da loro possiamo imparare ad essere più inclusivi grazie a quel dinamismo che li contraddistingue, offerto dalla presenza dinamica di più etnie e dal valore degli scambi culturali, favorito, senza dubbio, dalle maggiori possibilità economiche. Da noi, che i soldi non li abbiamo, possono assimilare la realtà dell’autonomia e il valore di una scuola meno burocratizzata e, di conseguenza, più dedicata all’apprendimento»
QUANDO LA SINERGIA E' UNA RESPONSABILITA' ISTITUZIONALE
L'abbattimento degli steccati ideologici tra scuola statale e scuola paritaria non è sempre favorito dalle scelte istituzionali. «È tangibile l’esempio del Programma Operativo Nazionale del Miur – segnala il dott. gontero –. Alle scuole paritarie, per accedere ai fondi dei progetti europei, veniva chiesto di cercare scuole statali capofila, ma non sempre queste vogliono avere i nostri istituti in mezzo ai piedi». Così come la Sinergia non è la vocazione della riforma del sistema nazionale di istruzione: «La “buona Scuola” ha sicuramente posto l’attenzione alla formazione dei docenti e alla loro maggiore specializzazione. Non è ancora chiaro come sarà esaudito il decreto legge ma è chiaro che tutti desideriamo insegnanti sempre più formati e preparati. Nel senso dell’autonomia, però, la “buona Scuola” è deludente, perché sono aumentate le dipendenze dal Ministero. Una scuola centralizzata è una scuola burocratizzata e una scuola burocratizzata è una scuola ingessata che sempre, per ogni cosa, deve prendere ordini da Roma, sfavorendo, di conseguenza, quegli approcci personalizzati, anche collaborativi, che rendono gli istituti più aperti e capaci di valorizzare gli studenti come persone».
LA SINERGIA EDIFICA PONTI TRA LE ASSOCIAZIONI
L'interesse per i figli e per la formazione di coloro che saranno il futuro della società, però, abbatte sempre i muri, edifica ponti e genera paradigmi di confronto e di lavoro comune invidiabili. «Come non citare “Immischiati” – afferma entusiasta il presidente Agesc – progetto realizzato con altre associazioni di genitori di scuole statali e tutorato dal forum famiglie con l’obiettivo di dare ai genitori elementi utili per interessarsi dei propri figli occupandosi, innanzitutto, della loro scuola e invitandoli a non delegare, perché esserci con responsabilità è il primo modo per cambiare le cose. Insieme alle comunità presenti sul territorio abbiamo organizzato più di 100 incontri in tutta Italia per delineare griglie di competenze e far sì che la “sinergia” sia la chiave di una scuola sempre più funzionante». Come non ricordare la relazione costante con l’associazione fidae che al congresso dello scorso anno ha dato il “la” alla presentazione del progetto “Agesc form”, «una piattaforma di formazione a distanza per tutti i genitori, di scuola paritaria o statale, realizzato con il media-partner Avvenire, grazie al quale sono stati attivati progetti di comunicazione per sostenere la diffusione e favorire la fruizione».
Lo stare insieme, il confrontarsi sui progetti e la finalità educativa per il bene dei propri ragazzi promuovono sempre la parola di otto lettere che fa da filo-conduttore al racconto di questo incontro. «La sinergia tra genitori e scuola – ricorda ancora Gontero – ha favorito negli anni diversi buoni modelli e assunzioni di responsabilità reciproche, veramente interessanti. È accaduto,per esempio, che genitori e insegnanti abbiano creato cooperative di gestione scolastica, per offrire continuità educativa e per rispondere alle difficoltà amministrative ed economiche che troppo spesso i nostri istituti si trovano ad affrontare».
LA SINERGIA CHE MANCA SU CUI LAVORARE
Insomma “sinergia” è il valore assoluto per coloro che sanno fare verifica delle esperienze passate della scuola, che sanno rileggerle in un presente sempre più difficile e frammentato nel campo dei valori, ma che sanno sperare, rimboccandosi per primi le maniche, in un futuro in cui interazione e apprendimento sovrastino muri ideologici e nozionismo.
«Ci credo in questa sinergia – conclude gontero – anche quando all’interno delle stesse scuole cattoliche italiane la nostra associazione non trova spazio, non per un conflitto sui valori, ma, ahimè, per l’indifferenza. Sono certo, però, che ricordandoci la motivazione fondamentale per cui tutti lavoriamo nella scuola, i nostri figli, e la vocazione al servizio che sempre deve contraddistinguere progetti e iniziative, potremmo trovare più elementi di relazione che fanno bene a tutti. Noi ci siamo»
di Roberto Gontero - DOCETE n.6 / Settembre - Ottobre 2017