LEONE XIV, IL CORAGGIO DEL CUORE PER GUIDARE LA PACE TRA LE NAZIONI

LEONE XIV, IL CORAGGIO DEL CUORE PER GUIDARE LA PACE TRA LE NAZIONI

L’elezione di papa Leone XIV, Robert Francis Prevost, ha segnato un nuovo capitolo nella storia della Chiesa cattolica. Sin dalle sue prime parole, il nuovo pontefice ha delineato una visione di pace, dialogo e mediazione, ponendosi come figura centrale in un mondo frammentato da conflitti e tensioni.

Nel suo discorso inaugurale, papa Leone XIV ha evidenziato l’importanza di promuovere il dialogo empatico e compassionevole nelle relazioni internazionali. Ha espresso inoltre la volontà di essere un interlocutore tra i leader mondiali, incoraggiando la comprensione reciproca e la cooperazione per affrontare le sfide globali.

Nel contesto geopolitico del 2025, segnato da guerre prolungate in Medio Oriente, tensioni nucleari e nuove ondate migratorie, la voce del Papa chiede lungimiranza. La sua scelta di richiamare il dialogo «empatico e compassionevole » guarda alle radici più profonde del Vangelo e si colloca nel solco della Chiesa come strumento di riconciliazione tra i popoli. Seguendo l’eredità spirituale di San Francesco d’Assisi che chiamava ogni uomo “fratello” anche sul campo di battaglia, papa Leone XIV sembra così voler restituire al papato un ruolo attivo nel favorire un nuovo umanesimo della pace, che metta al centro la dignità della persona. Papa Giovanni XXIII, nell’enciclica Pacem in Terris scriveva: La pace in terra, anelito profondo degli esseri umani di tutti i tempi, non potrà essere stabilita e consolidata se non nel pieno rispetto dell’ordine stabilito da Dio.
In questo senso, papa Leone XIV intende proporre una diplomazia del cuore, capace di attraversare le ideologie e restituire al linguaggio internazionale un’etica della responsabilità.

A fronte di un mondo sempre più diviso, il pontefice ha ribadito la necessità di una nuova grammatica del dialogo, dove la verità non si impone con la forza ma si propone con l’ascolto.

La decisione di adottare il nome Leone XIV non è casuale. Papa Prevost ha spiegato che questa scelta è un omaggio a Leone XIII, autore dell’enciclica Rerum Novarum, che affrontò la questione sociale durante la prima rivoluzione industriale. Con questa scelta, Leone XIV intende affrontare le sfide attuali, come la quarta rivoluzione industriale e l’intelligenza artificiale, riaffermando l’impegno della Chiesa per la dignità umana, la giustizia e il lavoro.

Leone XIII, noto come il “papa dei lavoratori”, è ricordato per il suo impegno a favore dei poveri e per aver vissuto in modo austero, lontano dai lussi. Il suo pontificato, durato dal 1878 al 1903, si distinse per la difesa dei più svantaggiati e per l’interesse nel rafforzare a formazione intellettuale del clero. Durante il suo pontificato, papa Leone XIII mostrò apertura anche verso le innovazioni tecnologiche. Fu il primo pontefice ad essere ripreso da una cinepresa e, durante l’Anno Santo del 1900, la facciata e la cupola di San Pietro furono illuminate con luce elettrica per la prima volta. Questi gesti simbolici evidenziarono la volontà del Papa di dialogare con il mondo moderno e di utilizzare le nuove tecnologie per la missione della Chiesa.

Dalle dichiarazioni recenti, papa Leone XIV si propone di continuare questa missione adattandola ai tempi moderni; ha espresso la volontà di rinnovare un “totale impegno” con le riforme promulgate dal Concilio, inclusa la celebrazione della Messa in lingue locali e la ricerca del dialogo con altre religioni.

Il nome “Leone” deriva dal greco Léon e dal latino Leo, entrambi significano “leone”. Questo nome è stato portato da quattordici pontefici e vari santi. La scelta di papa Prevost simboleggia il coraggio e la forza necessari per affrontare un quotidiano concreto di scelte e decisioni da intraprendere. Con determinazione e fervida fede sarà sicuramente una guida spirituale e morale per l’umanità, promuovendo l’empatia e la saggezza.

Che possa essere fonte di ispirazione per tutti noi, nel nostro costante cammino di vita.
Alice Manganotti
Responsabile Ufficio Stampa

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Fonte: Avvenire